Via libera dal Consiglio di Stato al nuovo schema di regolamento per l’erogazione dei contributi alle tv locali: più sostegno al pluralismo dell’informazione. In ballo 100 milioni di finanziamenti.
L’approvazione e il varo delle nuove regole sulla ripartizione dei contributi statali per le tv locali, non più a pioggia ma distribuiti per sostenere il pluralismo dell’informazione, potrebbe ora arrivare entro la pausa estiva dell’esecutivo. Lo schema di decreto, approvato invia preliminare dal Consiglio dei ministri a marzo, passa ora alle commissioni parlamentari competenti che hanno 30 giorni di tempo. A seguire il ritorno dello schema al Ministero dello sviluppo econonomico per poi passare all’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri.
Nonostante la grave crisi che coinvolge da anni il settore, le risorse statali per le radio e le tv locali sono cresciute nel corso degli ultimi anni: dai 43 milioni di euro stanziati nel 2015 si è passati ai circa 100 milioni del 2017 comprensivi dei 50 milioni di recupero dell’evasione del canone destinati alle emittenti locali, come da Legge di stabilità 2016 e ribaditi dalla legge sull’editoria (198/2016).
Nel dettaglio, con parere n. 1563 della Sezione normativa, lunedì scorso il Consiglio di Stato ha dato infatti l’ok allo schema di regolamento sui criteri di riparto «tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali», predisposto in attuazione della Legge di stabilità 2016.
L’organo statale ha rilevato come il testo intenda recepire gli obiettivi legislativi di pluralismo dell’informazione, di sostegno dell’occupazione nel settore, di incentivazione all’uso di tecnologie innovative e del miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti, in un mercato peraltro molto parcellizzato, evitando dunque il protrarsi dei benefici a pioggia.
Il Consiglio, tuttavia, ha comunque fatto delle osservazioni, rilevando come non sia sufficientemente chiaro se, una volta accertato il possesso da parte delle tv locali dei requisiti per l’inserimento nelle graduatorie, tutti i soggetti abbiano poi diritto a ottenere i contributi, proporzionalmente alle risorse disponibili, o se tali contributi vengano invece assegnati solo ai soggetti che hanno ottenuto un punteggio maggiore.
Evidenziata inoltre la necessità di evitare possibili duplicazioni nell’assegnazione delle risorse, soprattutto nel caso di società titolari di più emittenti o che operano in diverse regioni (chiarendo altresì che se un soggetto opera su più bacini regionali, per poter concorrere su tali bacini deve possedere i requisiti per ciascuno dei bacini in questione), e si è suggerito di prevedere un tetto massimo dei contributi erogabili per evitare una eccessiva concentrazione delle risorse in favore di società titolari di più emittenti e/o che operano in diverse regioni, in modo da privilegiare la qualità ma non anche il gigantismo delle emittenti. Il Consiglio di Stato ha ancora evidenziato l’opportunità di escludere dall’assegnazione delle risorse quelle emittenti che, per la loro diffusione sul territorio, non possano ritenersi tv locali.
Le associazioni di categoria (Confindustria Radio Tv, Aeranti-Corallo e la Alpi) si starebbero intanto apprestando a segnalare al Ministero le osservazioni ritenute migliorative.
Fonti: Ansa | Il Sole 24 Ore