Tv convergente: Sky e Mediaset lanciano la sfida contro Netflix

Nel mondo Netflix conta ben 38  milioni di abbonati ai propri servizi in streaming via Internet. Negli USA ha superato HBO, ed è entrata ufficialmente nella storia della televisione all’ultima edizione degli Emmy Awards, gli Oscar americani della tv, vincendo un premio per House of Cards, la prima serie tv “Watch Instantly“, pensata, realizzata e distribuita esclusivamente per la Rete.

L’innovativa formula della Tv Over The Top americana, ha cavalcato la tendenza del consumo tv in streaming, on demand e multipiattaforma, ha influenzato le strategie di tutti i concorrenti (da Amazon a YouTube), conquistando milioni di telespettatori negli USA e facendo il botto a Wall Street (+450% le sue azioni negli ultimi 12 mesi).

Ora la società fondata da Reed Hastings è sbarcata in Europa (prima in UK, poi nei paesi nordici, poi in Olanda e Belgio, poi sarà la volta di Francia e Germania), e punta, quando forse il mercato sarà maturo, verso l’Italia. E il “no-strano” mercato tv si prepara allo scontro. Mediaset (che ha in mano il 17,8% della ricca torta pay-tv) ha annunciato per Natale il lancio della sua nuova pay-tv in streaming (chiamata Infinity): abbonamento online a mno di 10 euro al mese per un catalogo da 5000 titoli. E anche Sky (che detiene il 77,6% del mercato pay italiano) pare stia studiando un’offerta speciale su Internet secondo il modello sperimentato in Gran Bretagna da BSkyB: film e serie tv online ad un prezzo più basso della tv via satellite con la visione extra degli eventi sportivi.

Netflix, che scommette sul boom della tv sulla Rete, iniziò la sua scalata nel 1997 con la vendita per posta di DVD e abbonamenti mensili per la visione di film. Nel 2007 è passata ai video in streaming via Internet (abbonamento da 7,99 dollari al mese), e dal 2013 ha iniziato a produrre in proprio i contenuti: oltre ad House of cards ha lanciato altri 4 show in esclusiva di sicuro successo, contando sulla miniera di dati dei gusti degli utenti raccolti dagli streaming.

Ma a quando lo sbarco in terra italiana? Forse, si domanda Enrico Menduni, professore di Media e Comunicazione Università Roma Tre, siamo isolati ancora dal nostro calante potere d’acquisto determinato dalla crisi. Per investire ed affermarsi in nuovi paesi la Tv Over The Top ha bisogno di contenuti nuovi e interessanti, che costano tanto, e di una ottimale diffusione della banda larga, infrastruttura indispensabile per accedere al servizio pay-tv.

In Italia la domanda comunque non manca: c’è già una generazione di giovani che consuma ore e ore di serie tv e film davanti al pc, al tablet e allo smartphone, quando, dove e come vuole. Manca invece l’infrastruttura di Rete. Finora il mercato della televisione connessa è stato timidamente condotto da Telecom Italia con Cubovision e da Fastweb con Chili Tv, con una concorrenza in streaming troppo debole e limitata per incidere (da Primoitalia a TWWW.tv fino a PopCorn Tv). Si attendono quindi le mosse dei colossi Mediaset e Sky per animare il promettente ma ancora fiacco mercato italico delle connected tv.

Fonti: CorrieEconomia | corrierecomunicazioni.it

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