Telecom Italia contro Sky sull’accordo siglato due anni fa per la tv su fibra ottica
Nuova battaglia legale nel mercato tlc. Telecom Italia contesta a Sky Italia l’accordo siglato nell’aprile di due anni fa e valido a partire dall’inizio dello scorso anno relativo alla possibilità di vedere i programmi della pay-tv satellitare attraverso le reti ultrabroadband, quelle in fibra ottica, con un decoder apposito.
Secondo MF-Milano Finanza, Telecom ha notificato alla controparte, l’azienda televisiva gestita dall’ad Andrea Zappia, un atto di citazione al fine di ottenere dal Tribunale di Milano la dichiarazione di invaliditaà parziale o totale, del contratto in essere o, in ultima istanza, la revisione al ribasso dei minimi garantiti a suo carico: un livello medio annuo di 65mila clienti, peraltro mai raggiunto. È già stata fissata la prima udienza, in calendario per il prossimo 5 dicembre.
Il contratto in essere è tuttora valido e in vigore, ma l’azienda telefonica intende rivedere alcuni dei parametri, in particolare quelli relativi ai minimi garantiti, indicati nel documento che venne approvato, va ricordato, dall’intero cda ai tempi della gestione targata Marco Patuano (fu lui a definire con Zappia l’accordo). Nello specifico, nell’atto di citazione, si specifica che le clausole dell’accordo relative alla determinazione dei corrispettivi dovuti da Telecom siano dichiarate nulle, in quanto frutto della posizione dominante di Sky nel mondo della tv a pagamento. E che queste clausole siano comunque dichiarate nulle per l’impossibilità di conseguire i volumi minimi garantiti dall’intesa siglata due anni fa.
Mentre in via subordinata l’operatore tlc chiede che l’intero contratto sia dichiarato non valido (invalidato) perché Sky sapeva che quei volumi erano irrealizzabili; che il contratto sia dichiarato inefficace per mancato avveramento della presupposizione su cui si fondava (quelle stime di crescita del mercato della pay-tv via internet che non si sono mai verificate); che lo stesso documento sia corretto, rideterminando un livello di volumi medi annui minimi compatibili con l’evoluzione del mercato nazionale; e, infine, che venga accertato che il mancato raggiungimento dei minimi contrattuali non sia imputabile alla stessa Telecom.
Tra giugno e luglio la stessa Telecom ha provato in via stragiudiziale a trovare un’intesa con la controparte anche perchè secondo stime di mercato, nel fiscal year 2015-2016 ha portato alla pay-tv che fa capo alla quotata Sky, quasi 90mila abbonati. Sky lo scorso maggio ha rinnovato per altri cinque anni l’accordo con Fastweb che finora aveva garantito mezzo milione di clienti al gruppo guidato da Zappia. Secondo MF il tentativo di abbassare i minimi garantiti dell’accordo con Sky potrebbe rientrare in quella strategia di contenimento costi che l’ad di Telecom, Flavio Cattaneo, sta attuando dal suo arrivo. È probabile però che le due aziende non intendano arrivare allo scontro in tribunale.
Ciò che è invece sempre più certo è l’impatto delle decisioni strategiche di Vincent Bolloré, primo azionista di Vivendi (che detiene il 24,9% di Telecom Italia), e socio forte di Mediobanca sul mercato italiano dei media e delle tlc.
Fonte: MF- Milano Finanza
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