Da un articolo di Roberto Sommella su MF-Milano Finanza del 17/09/2010:
Sky Italia avvia la campagna d’autunno. Stavolta però non si tratta di palinsesti ma di una vera battaglia legale nei confronti del governo e Autorità. L’azienda controllata da NewsCorp ha presentato un ricorso urgente al TAR del Lazio (e non esclude di farlo anche alla Corte Costituzionale) per chiedere l’immediato annullamento delle norme varate dall’Autorità per le comunicazioni, e poi sancite dal ministero dello Sviluppo Economico, in materia di posizionamento dei canali della televisione digitale sui tasti del telecomando (la cosidetta LCN, Logical Channel Numeration).
Come noto, sia l’Agcom sia il dicastero di via Veneto hanno da poco approvato rispettivamente una delibera e due bandi per stabilire e assegnare i numeri di maglia che ciascuna emittente, nazionale e locale, potrà avere sulla tastiera con più di 900 numeri della nuova piattaforma di trasmissione, che sta progressivamente sostituendo quella analogica. Il problema è che la televisione satellitare di Rupert Murdoch si è sentita pesamentemente discriminata dalla nuova normativa alla quale si dovrà attenere insieme a tutti gli altri ttori, da Rai a Mediaset, passando per La7 e le decine di televisioni regionali, e minaccia a questo punto di arrivare finanche alla Corte di Giustizia Europea.
Il motivo del contendere è scritto nelle sessanta pagine del ricorso del network che MF-Milano Finanza ha potuto consultare. Le scelte dell’Agcom, che ha riservato i tasti dall’1 al 9 alle televisoni generaliste ex analogiche, quelli dal 10 al 19 alle locali e i numeri dal 70 alle tv semigeneraliste, secondo Sky hanno creato le condizioni per «una illeggittima e arbitraria discriminazione tra i vari fornitoridi canali generalisti nazionali, poiché quelli ex-analogici avranno e di gran lunga una maggiore probabilità di essere selezionati dagli utenti».
Non solo. Secondo il colosso satellitare, che ha già ingaggiato con Mediaset un braccio di ferro quando ha ottenuto dall’Unione Europea di partecipare già da quest’anno all’assegnazione di multiplex digitali suppletivi, le norme sul telecomando rischiano di creare televisioni di “serie A” (solo le 9 ex analogiche) e di “serie B” (tutte le altre, tra cui ovviamente Sky che di certo non si considera un’emittente di seconda divisione).
I legali di Murdoch asseriscono che non aver considerato Sky un «canale generalista nazionale», è contrario alle norme costituzionali ed europee in materia, costituendo peraltro per Cielo, i canale digitale di Sky abbinato al tasto 10, una ingiustificata «preclusione» a mantenere quella posizione. Nel ricorso si parla anche di «danno di immagine» e «pregiudizi concorrenziali». Senza contare che secondo NewsCorp, che avrebbe preferito una numerazione a tre cifre come sul satellite, ci sono incongruenze anche nelle norme che regolano l’assegnazione dei numeri per le pay-tv che operano ed opereranno sul digitale. Ora il TAR dovrà pronunciarsi per districare una matassa che rischia di allungare ancora di più i tempi dello switch-off televisivo nel Nord.