E’ preoccupante l’andamento del mercato televisivo nazionale in digitale terrestre visti gli ultimi risvolti che tendono a limitare sempre più il mercato sul fronte delle frequenze e delle emittenti. L’accordo tra Sky (monopolista pay sul satellite) e Telecom Italia Media per la nascita di 5 nuove emittenti, e il contestuale “matrimonio” tra la stessa Telecom Italia Media e Rete A (Gruppo L’Espresso), sono gli ultimi tragici esempi a cui Agcom e Antitrust dovrebbero porre la massima attenzione.
Nel primo caso, infatti, Sky già in posizione assoluta di monopolio sul satellite, tende ad accrescere la sua potenza sbarcando sul dtt per espandere il monopolio molto probabilmente non solo sul fronte della tv a pagamento ma anche sulla tv free. Nel secondo caso, il colosso delle tlc vede conquistare il controllo di ben 5 multiplex DVB-T e costituire, così, insieme a Rai e Mediaset, il terzo monopolio. L’accorpamento di 15 multiplex e di decine di canali in seno a soli tre soggetti – ritiene ReteCapri – non può far altro che limitare il pluralismo e rendere impossibile l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione aperta nel 2004 in sede UE proprio per la limitazione della concorrenza televisiva.
Nello stesso tempo il famoso ‘dividendo interno’ (ex beauty contest) che vedeva in palio tre importanti risorse, tre multiplex nazionali DVB-T, è fallito con la presentazione di una sola offerta, quella di Cairo, che otterrà la frequenza migliore senza concorrenti, mentre resta irrisolto il contenzioso con ReteCapri che da anni rivendica e aspetta l’assegnazione di un secondo multiplex mai ottenuto rispetto alla concorrente Rete A che, a pari requisiti, ne aveva ottenuti due, e che ora finiranno nel portafoglio di Telecom. Occorre, quindi, riequilibrare il mercato consentendo non solo l’ingresso di nuovi operatori ma limitando il numero di mux nelle mani di pochi, e di consentire agli aventi diritto, come ReteCapri, di chiudere gravose partite aperte. Non si dimentichi, inoltre, che va sanato anche l’equilibrio in materia di qualità e copertura delle frequenze in modo da evitare discriminazioni.
Altro gravissimo nodo ancora da sciogliere resta quello della numerazione dei canali sul telecomando (LCN) dove ReteCapri, dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che annulla parzialmente la nuova normativa nella parte riguardante le posizioni n. 8 e 9 (assegnate a Mtv e Deejay Tv, due emittenti tematiche dichiarate illegittime ad occupare tale numerazione) aspetta l’esito della conclusione della predisposizione del nuovo piano di numerazione che vede l’emittente guidata dall’editore Costantino Federico, l’assegnazione della posizione 8 o 9. ReteCapri, infatti, è l’unica emittente nazionale generalista non inserita nella numerazione 1-9 (alla quale è stata appositamente prevista l’assurda e discriminante posizione n. 20). ReteCapri, infatti, possiede in pieno il requisito della storicità (‘ex analogica’) trasmettendo sin dal 1982.
Nonostante tali forti discriminazioni in tema di frequenze e di assegnazione LCN, ReteCapri non ha limitato i propri investimenti ma li ha addirittura potenziati per portarsi al più alto livello di competizione possibile tra le tv nazionali indipendenti e ottenendo, così, risultati sorprendentemente positivi. Valga il caso del palinsesto, con il ciclo dei film targati “Un Sogno in Bianco & Nero”, il cinema della storia, del fascino e del culto per il grande schermo, in onda su tutte le sere alle 21:00 con la consueta scheda di presentazione del critico e storico del cinema Joe Denti, e che ha fatto impennare gli ascolti.
Forte impegno profuso anche sul piano del potenziamento qualitativo e di copertura del segnale del proprio multiplex. Negli ultimi giorni, infatti, è stata ampliata la copertura nella regione Calabria ma la continua ottimizzazione è costantemente in corso su tutto il territorio nazionale.
Fonte: www.retecapri.it