Il Coordinamento Unitario dei lavoratori Rai Way ha inviato una lettera aperta al Il Sole 24 ore, in merito all’articolo pubblicato il 25 gennaio 2012, a firma di Carlo Festa, dal titolo “Le banche riaprono il Dossier Rai Way – torna d’attualità il Piano di scorporo delle antenne di Viale Mazzini”, chiedendo uno spazio in cui poter esprimere il proprio punto di vista sulla questione della vendita delle torri trasmissive.
«Noi lavoratori Rai Way, che abbiamo scioperato per ben due volte nell’ultimo anno insieme a tutti i nostri colleghi Rai, anche contro questa scelta industriale, non tornano i conti: vorremmo infatti capire quale sia la reale posizione dell’attuale Direttore Generale, Lorenza Lei» si legge nella lettera.
«Sappiamo essersi svolto in Rai, il 18 gennaio 2012, alla presenza del Direttore Generale e Segreterie Nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConFsal un incontro in cui il direttore ha affermato che “Rai Way è patrimonio strategico della Rai considerate anche le ingenti risorse investite per la digitalizzazione (500 milioni di euro a fine Swich-off), spingendosi a chiedere sindacati una pressione comune ai ministeri competenti, affinché si esprimano negativamente sulla vendita delle torri». «Risulta evidente a tutti che vi è, tra versione espressa nel vostro articolo e quella del sindacato una totale contraddizione: il punto è che non ci sono giunte voci di smentite né rispetto al Vostro articolo né rispetto a quanto affermato in un comunicato stampa dai sindacati che riprende le parole del D.G. Rai. Dopo anni di incertezza, noi vorremmo avere una risposta definitiva su quali siano le reali determinazioni dei vertici Rai rispetto agli impianti con cui il servizio pubblico può trasmettere la sua programmazione».
«Economicamente Rai Way continua ad essere l’azienda sempre in attivo – ricordano i lavoratori – che ha azzerato i costi per appalti e che ha forti ricavi commerciali dall’affitto degli impianti e la gestione dei clienti. La mancanza di chiarezza del Direttore Generale e delle istituzioni, in quanto permane ferma la proposta di cessione inviata dal Direttore Mauro Masi quasi due anni fa ai Ministeri di Tesoro e Sviluppo Economico, ci impedisce di lavorare con serenità ed a Rai Way di fare, in una dialettica con il sindacato, quelle scelte industriali che potrebbero essere fondamentali per il futuro dell’Azienda e dell’intero Gruppo Rai e del servizio pubblico in generale». «Per noi è evidente cosa andrebbe fatto – conclude la lettera – non siamo disponibili a rinunciare all’asset degli impianti trasmittenti, non siamo disponibili a lasciare la nostra azienda e per questo ci siamo battuti e continueremo a batterci, vorremmo però che la nostra voce emergesse e che trovasse tra le vostre pagine delle risposte adeguate e magari il pronunciamento chiaro del vertice aziendale». (AgenParl)