Da sempre la politica del lavoro all’interno del gruppo Mediaset e di quello Mondadori ha seguito il moto “vietato licenziare“, in Italia ma anche all’estero. Si trattava sovente di una necessità elettorale: in sinergia con le campagne acquisti faraoniche del Milan, le aziende dell’ex premier Silvio Berlusconi non potevano permettersi di lanciare segnali allarmistici al mercato, né di far «perdere» potenziali elettori al Pdl.
Ma da un anno a questa parte le cose sono cambiate per le aziende della famiglia Berlusconi. Complice la crisi economica che ha colpito il settore editoriale e quello della pubblicità, e le nuove scelte strategiche in Mediaset (alla concessionaria Publitalia è arrivato il top manager Stefano Sala, che ha attuato una politica di tagli ai costi), che hanno fatto calare la scure sui costi del personale a Cologno Monzese e Segrate. Tanto che, spulciando la relazione ai conti del terzo trimestre, emerge come in Mediaset e Mondadori nell’ultimo anno sia stata condotta una robusta operazione di risparmi.
Le due aziende hanno tagliato la voce «costo del lavoro» di oltre 57 milioni in totale, di cui 40 milioni nel gruppo tv di Cologno e il resto a Segrate. Interventi che hanno avuto una ripercussione sugli organici, ridottisi dalle 10.023 unità di fine settembre 2012 alle attuali 9.436. Nello specifico sono stati eliminati, a vario livello (redazioni, uffici, direzioni centrali e centri stampa), quasi 600 posti di lavoro: 587 per la precisione, il 5,8% del totale.
Ovviamente la parte del leone l’ha fatta Mediaset, scesa nel giro dell’ultimo anno da 6.280 a 5.897 risorse: l’intervento più significativo è avvenuto in Italia, dove dal gruppo televisivo sono usciti 318 dipendenti. Mentre in Spagna, dove già in passato si erano concentrate azioni di contenimento dei costi sul fronte del personale, i tagli sono stati più leggeri: dal perimetro aziendale 65 persone sono uscite.
In Mondadori invece il nuovo amministratore delegato Ernesto Mauri (chiamato a Segrate da Marina Berlusconi, presidente della casa editrice e della controllante Fininvest) ha già cancellato 204 posti di lavoro, molti dei quali nei periodici. E l’azione è destinata a proseguire: nei prossimi anni lasceranno Palazzo Niemeyer a Segrate, dove di fatto verranno concentrate tutte le attività aziendali, oltre 100 dipendenti. Un numero che dovrebbe essere in qualche modo legato alla ristrutturazione delle attività pubblicitarie dopo l’accordo commerciale tra la Mondadori Pubblicità e Mediamond (jv tra Segrate e la tv di Cologno) per la raccolta comune di carta stampata, web e radio.
Fonte: MF -Milano Finanza