«Fare la guerra a Internet è come fare la guerra ai nostri figli. Non si può uccidere questa tecnologia, non possiamo impedire alle nuove generazioni di essere creative come noi non eravamo, altrimenti le spingiamo verso la clandestinità e questo è terribilmente corrosivo della democrazia di uno Stato di diritto. […] Chiediamo ai governi di non imbarcarsi in una guerra senza speranza, che siano maturi, sani di mente e non arroganti per capire che devono avere umiltà nell’affrontare la regolamentazione. I governi di ogni parte del mondo devono rendersi conto che non possono governare con la forza».
Con queste parole Lawrence Lessig, il guru delle Creative Commons, ha terminato giovedì 11 marzo il suo intervento al convegno “Internet è libertà. Perchè dobbiamo difendere la Rete” tenutosi a Montecitorio, alla presenza del presidente della Camera Gianfranco Fini (che ha rilanciato la candidatura di Internet al Nobel per la Pace).
La lectio magistralis di Lessig è stata seguitissima. Su Twitter. In streaming sul Web. Nell’aula gremitissima di Montecitorio. Lessig col suo discorso ha lasciato un’impronta, un segno che mira ad insegnare qualcosa di importante e determinante (si spera) al nostro paese e soprattutto ai suoi rappresentanti.
La rete è vincolata, come qualunque altra tecnologia, dalla natura dell’uso del suo utlizzatore e nello stesso momento creatore. Promuove la creatività, la conoscenza condivisa, l’informazione, ma amplifica pure il proliferare di aspetti negativi della nostra società e il declino della vecchia industria mediatica dell’intrattenimento. E’ importante tener conto dei radicali cambiamenti portati dalla rete.
Internet non può essere trattata alla stregua di un medium tradizionale (come la tv). La Rete ha bisogno di normative e regole nuove, e non può adattarsi alle vecchie e obsolete legislazioni. Internet è un mix di rischi ed opportunità, di bene e male, e l’Italia deve imparare a vedere non solo le minacce, ma deve sapere accogliere anche le novità.
Purtroppo la classe politica e i ministri del governo, rappresentati al convegno di Montecitorio dal viceministro alle comunicazioni Paolo Romani, si sono mostrati ancora una volta estremamente ignoranti su cosa è semplicemente Internet e riluttanti su quanto può rappresentare la rete per lo sviluppo del paese e delle generazioni future. Romani ha dimostrato di non sapere come funziona e cosa è un servizio di condivisione video come You Tube, e ha ribadito che secondo il governo vi sono altre priorità di sviluppo tecnologico infrastrutturale e culturale (sottointendendo la tv digitale terrestre) rispetto a quello della banda larga e della rete.
Estratto (con doppio audio) dal discorso del professor Lawrence Lessig:
[http://www.youtube.com/watch?v=u_n_q3Tzh88]
Il web e la trasparenza tra ideali e realtà. (La trascrizione dell’intervento di Lawrence Lessig di Federico Guerrini per lastampa.it)
Speech at Italian Parliament: Internet is Freedom. (Video in inglese su you tube)
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