Guerra tv locali: Aeranti-Corallo raddoppia la posta per i canali del digitale terrestre

L’associazione Aeranti-Corallo, che rappresenta 320 tv locali e 5 syndacation del comparto, chiede 480 milioni di euro di indennizzo al governo per lasciare libere le 9 frequenze tv da metter all’asta per la banda larga mobile. E’ questa la richiesta ufficiale delle emittenti locali per sbrogliare il nodo frequenze in vista dell’asta LTE e per dare forma finalmente a un calendario dei lavori degli Switch-off del digitale terrestre.

Lo scontro tra governo e le associazioni delle tv regionali sta per giungere a un punto di non ritorno. Gli attriti tra le parti sono nati dalle disposizioni da parte dell’esecutivo, e con il consenso dell’Authority per le comunicazioni, quando è stato stabilito che solo le emittenti regionali dovranno forzatamente fare spazio nello spettro elettromagnetico (tra i canali 61-69 UHF) alle nuove tecnologie mobili di trasporto dati per la banda larga mobile.

Le disposizioni inserite nel decreto Omnibus, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 31 marzo, nel decreto legge n. 34/2011, prevedono la realizzazione di una graduatoria delle televisioni regionali che declasserà le tv meno virtuose, classfificate come fornitori di contenuti, e le priverà coattivamente della frequenze in cui attualmente operano. Il decreto legge però prevede anche un indennizzo per il comparto tv locale pari al 10% dell’incasso previsto dalla gara per le stesse frequenze in cui parteciperanno le società di telecomunicazioni che forse frutterà allo Stato 2,4 miliardi di euro (soldi già inseriti nel bilancio della Legge di Stabilità 2011).

Un rimborso quindi di 240 milioni che secondo Aeranti-Corallo è largamente insufficiente «dato che nessuno avrà interesse a dismettere la propria attività con una cifra che è nettamente inferiore agli investimenti effettuati per il passaggio al digitale terrestre». Secondo FRT, altra associazione delle emittenti locali, una rete ha investito mediamente per la digitalizzazione 3 milioni di euro e i 240 milioni di rimborsi non sarebbero sufficienti in ogni caso per le oltre 200 tv locali che operano sulla banda 800 MHz. Inoltre, a detta degli stessi operatori tlc italiani, preoccupati di pagare troppo una risorsa frequenziale che al momento non dà certezze remunerative, non è affatto sicuro che l’asta LTE possa raggiungere 2,4 mld d’incasso. Per questo motivo l’associazione delle tv locali richiederà in Senato, durante la discussione di converisone del ddl, il doppio dell’indennizzo previsto, 480 milioni di euro, cioè il 20% dei ricavi della gara che il Ministero dello sviluppo economico, per non rischiare, ha procrastinato nel tempo fino alla data del 30 giugno 2012. Sec

Se la richiesta verrà accettata dal Ministero, o le parti in conflitto arriveranno ad un accordo mediato, potrebbe anche sbloccarsi l’intoppo tutto italiano del passaggio completo al digitale terrestre delle rimanenti regioni del paese. Infatti la definizione dei calendari degli Switch-off è in stallo da gennaio scorso, e dopo decine di rinvii, solo il 1° marzo si è arrivati a una timida proposta di anticipo di sei mesi rispetto alla pianificazione originale da parte del ministro Romani decisamente rifiutata dalle tv locali e dai rappresentati delle Regioni che appoggiano le proteste del comparto televisivo danneggiato.

Giovedi 14 aprile si riunirà nuovamente il CNID (il Comitato Nazionale Italia Digitale), in una riunione sicuramente rovente, dove il governo sarà costretto a concedere qualcosa alle reti locali. Per FRT si potrebbe optare per l’esproprio proporzionale delle frequenze sia alle reti nazionali sia a quelle locali, oppure si potrebbe adeguare, come richiesto da Aeranti-Corallo, la cifra dell’indennizzo. In alternativa se il MSE userà solo la forza della legge appena varata per espropriare i canali, dovrà occuparsi della miriade di ricorsi al TAR minacciati dalle associazioni del comparto televisivo regionale, che inevitabilmente bloccheranno ad oltranza gli Switch-off del digitale terrestre e l’assegnazione delle frequenze incriminate nella gara per la banda larga mobile.

Aggiornamento 13/04/2011: il quotidiano MF – Milano Finanza riporta oggi che sono stati presentati in Senato gli emendamenti bipartizan da parte di Pdl, Pd e Lega al D.L. Omnibus per portare fino a  720 milioni di euro gli indennizzi da destinare alle emittenti locali per liberare le frrequenze tv.

Aggiornamento 14/04/2011: gli emendamenti per duplicare o triplicare il massimale dell’indennizzo (240 mln) previsto dalla legge di Stabilità per liberare le frequenze 61-69 UHF sono stati ritirati. Il testo del D.L. 34/2011 è stato dichiarato “blindato per volontà politica”, ha dichiarato Paolo Tancredi del Pdl, sottoscrittore del fallito emendamento “salva locali”.

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