Dopo le critiche Romani si infuria e tira fuori un Piano Digitale per l’Italia

Da un articolo di Alessandro Longo su La Repubblica del 09/02/2011:

Il governo lavora a un piano per risolvere le lacune dell’Italia sul fronte dell’innovazione: un tema diventato rovente nei giorni scorsi, con l’avvio di una campagna firmata da cento protagonisti che lancia un’accusa al governo: l’Italia è uno dei pochissimi paesi al mondo a non avere un’Agenda digitale. Cioè un piano sistematico e finanziato con fondi pubblici per portare la società verso servizi e infrastrutture digitali. Ce l’hanno Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e persino Grecia e Brasile.

Di qui l’allarme di esperti e imprese: tra i firmatari della campagna ci sono gli ad dei principali operatori e aziende di informatica, avvocati e docenti universitari tra cui Maurizio Decina, Francesco Sacco, Eugenio Prosperetti, Guido Scorza. Chiedono al governo di creare un’Agenda entro 100 giorni. Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico, «non ha gradito» l’iniziativa, hanno riferito i suoi uffici. Poi l’appello ha fatto breccia e, a quanto risulta, Renato Brunetta (ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione) e Romani stanno lavorando a una nuova Agenda, mettendo insieme piani e progetti comuni.

Qualcosa già si muove. Sul sito del dipartimento per le comunicazioni presso lo Sviluppo Economico è apparso in evidenza un Piano Italia Digitale, finora mai comunicato e datato dicembre 2010. Dal dipartimento fanno sapere che il documento era presente anche prima, ma in altro formato e meno visibile, e a febbraio l’hanno «tirato fuori». Nel documento si leggono due piani: portare la banda larga di nuova generazione (100 Megabit) al 50% degli italiani entro il 2020, a fronte di un investimento pubblico-privato di 10 miliardi in 10 anni; eliminare il digital divide (cioè le zone prive di banda larga) entro il 2013. Per il primo punto, il governo mira a costituire «entro marzo» la società pubblico-privata per la fibra. Il secondo punto è un rinvio: l’anno scorso Romani s’era impegnato a eliminare il digital divide entro il 2012, ma non ha ottenuto dal governo i fondi necessari.

Intanto, ieri, il Trentino si è alleato a Telecom Italia per una rete di nuova generazione in fibra ottica. Franco Bernabè, ad dell’ex monopolista, e il presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai hanno siglato un’intesa per una società comune che colleghi con la rete superveloce a 100 Mb il 60% delle case della provincia. L’ente locale – che avrà la maggioranza della jv – capitalizzerà con 60 milioni il progetto, Telecom inizialmente conferirà le infrastrutture. L’investimento previsto in dieci anni è sui 400 milioni di euro (Bernabè conferirà anche la rete in rame alla società) e consentirà al Trentino di avere accesso a una banda con 20 Mb di potenza già da fine 2012, e di completare il trasferimento dal rame alla fibra ottica nel 2022.

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