Dopo una vera e propria bagarre tra ieri e oggi nei comitati della Camera, il famigerato comma 29 del DDL intercettazioni sembra essere stato cancellato e non farà (forse) più parte della legge (che comunque rimane assurda). La notizia dell’intesa sulla proposta di stralcio del comma ammazza-blog tra i nove della Commissione Giustizia di Montecitorio è arrivata pochi minuti fa, e notifica che è stato elaborato un emendamento (da votare), presentato da Zaccaria (Pd) e Cassinelli (Pdl), che elimina l’obbligo di rettifica entro 48 ore per tutti i siti informatici “non professionali” e lo lascia in vigore solo per le testate giornalistiche on-line.
Ancora una volta la Rete e il suo popolo fanno valere le proprie sacrosante ragioni di libertà (vedi la clamorosa protesta di Wikipedia Italia) sull’ignoranza e le pretese di censura da parte dei governanti. Ma la scure censoria della legge sulle intercettazioni, telefonate che tanto danno fastidio a Berlusconi, non è del tutto risolta, e appare, almeno per il momento, controversa. Nel mio primo emendamento, infatti, depositato già da diversi giorni alla Camera, si prevedevano termini allungati e sanzioni ridotte per i siti amatoriali (da 250 a 2.500 euro, e da 100 a 500 euro per chi forniva un indirizzo email per la rettifica). La nuova versione dell’emendamento, che ha avuto il sostegno dei parlamentari Contento e Costa (il nuovo relatore del DDL dopo le dimissioni dell’avv. Giulia Bongiorno), invece, esclude tout court i siti web (come i blog, i social network, i forum e anche Wikipedia) dall’obbligo di rettifica, mantenendolo solo per le testate giornalistiche online registrate, che comunque rimarrebbe un grave strumento di controllo e di censura.
«Registriamo una buona notizia, ma la partita non è ancora conclusa», dice Paolo Gentiloni (PD), tra i più attenti osservatori delle tematiche Internet. Gli emendamenti al DLL cominceranno a essere discussi dall’Aula nei prossimi giorni e per arrivare al comma 29 bisognerà aspettare probabilmente la settimana prossima. Il rischio è che non si faccia in tempo a discutere l’emendamento sulla comma censura-Internet e che il governo ponga prima la fiducia sull’intero testo. Un fatto che potrebbe realisticamente accadere per via dei contrasti crescenti che ci sono su altri aspetti del disegno di legge. Se i lavori della Camera non dovessero arrivare sino all’emendamento di Cassinelli, infatti, potrebbe essere posta la fiducia alla legge intercettazioni su un testo già modificato con gli emendamenti, compreso quello che elimina l’ammazza-blog. E a questo punto il testo passerebbe in Senato. Se invece la fiducia verrà posta subito, senza emendamenti, e quindi su un testo inalterato, il DDL passerà così come è stato formulato in origine al Senato. E una volta approvato a Legge costituirà in Italia un sistema di controllo e censura della Rete mai visto prima in un paese occidentale.