Tv locali, Giacomelli: salveremo le emittenti riassegnando i mux liberi

Il sottosegretario alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, rassicura le oltre 100 tv locali a rischio chiusura: «salveremo le emittenti riassegnando le frequenze rimaste libere».

Dopo le vibranti proteste delle associazioni di categoria delle televisioni regionali, che dovranno obbligatoriamente liberare entro il 31 dicembre ben 76 frequenze del digitale terrestre che interferiscono con i canali dei paesi confinanti, il governo Renzi apre alcuni spiragli per una possibile soluzione condivisa.

Giacomelli, intervistato dal quotidiano Avvenire, dichiara che l’esecutivo è intenzionato «a cancellare gli errori che hanno caratterizzato il passaggio dalla tv analogica a quella digitale in questo comparto fondamentale per il panorama informativo italiano e il pluralismo». «C’è la possibilità – afferma – di mettere in campo frequenze non assegnate», fra cui quelle dell’ex Beauty Contest (poi divenuta asta-flop per le frequenze).

I mux non assegnati nell’asta della scorsa primavera (vinta con una frequenza dal solo Cairo) e quelli mai entrati a far parte di assegnazioni e bandi di gara potrebbero quindi essere concessi dallo Stato alle tv locali per continuare a trasmettere. La richiesta di Aeranti-Corallo ed altre associazioni del comparto tv di riassegnare questi canali attualmente liberi potrebbe quindi essere esaudita. «Stiamo lavorando con Bruxelles per poter utilizzare anche le frequenze che erano inibite per la procedura di infrazione aperta dell’Unione Europea, e che invece noi vorremmo concedere in questo frangente», fa sapere il sottosegretario che ha un passato da dirigente tv.

Le frequenze escluse dall’asta ex concorso di bellezza in principio dovevano essere assegnate alle compagnie della telefonia mobile. Ora , secondo le dichiarazioni di Giacomelli, cambia tutto. Non solo. Il sottosegretario ipotizza inoltre uno slittamento dell’ultimatum del 31 dicembre dato dall’Agcom alle reti locali per liberare i mux. «Non ci saranno misure coatte. – dice – Alle tv e alle loro associazioni lanciamo una sfida: vogliamo fare insieme un percorso virtuoso nei tempi che saranno necessari. Se occorrerà qualche settimana in più, la concederemo. Purchè non si tratti di una dilazione che tutto resti com’è oggi».

«Abbiamo scelto di favorire ogni iniziativa che consenta alle emittenti di liberare volontariamente le frequenze senza che abbiano gravi problemi: ad esempio, incentiviamo gli accordi per il trasporto sulle frequenze di altre tv o creando realtà consortili. – continua Giacomelli – Inoltre il governo è impegnato a trovare risorse aggiuntive per gli indennizzi» (attualmente 20 milioni di euro) per le reti che lasceranno i canali tv.

«Non siamo noi a mettere in pericolo le emittenti locali – spiega – Noi tentiamo di salvarle. Perchè le tv sono in bilico per le scelte adottate negli anni precedenti. Quando c’è stato l’avvento del digitale terrestre, si è optato per una nuova saturazione dello spettro e sono state usate frequenze che l’Italia non poteva impiegare». Si riferisce alla scelta dei governi passati di concedere nel 2012 alle tv locali 76 mux che l’Itu di Ginevra ha riservato a Slovenia, Croazia, Francia, Malta, Svizzera e San Marino. Con il risultato che oggi i segnali delle reti locali che occupano queste frequenze interferiscono con le trasmissioni dei canali di questi paesi, arrivando persino a oscurarle. «Di fatto – prosegue Giacomelli – si è voluto proteggere il duopolio caricandone il peso sulle spalle dell’emittenza locale. E adesso siamo al paradosso che nessuna delle nostre frequenze è riconosciuta a livello internazionale».

«Puntiamo, da un lato, a far rientrare l’Italia nella legalità internazionale iscrivendo tutte le nostre frequenze a Ginevra ed eliminando la Penisola dalla lista nera degli osservati speciali. Dall’altro, desideriamo che le tv locali abbiano la certezza di operare in tranquillità», conclude il sottosegretario.

Fonte: Avvenire

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