Mediaset e TIM hanno chiuso un accordo strategico sul passaggio dei contenuti free del Biscione sulla piattaforma di TIMVision. Gli abbonati dell tv online di Telecom potranno vedere tutti i canali in chiaro di Mediaset e accedere agli ultimi 7 giorni della programmazione resa disponibile online da Biscione.
Aggiornamento del 10/05/2018. Da gennaio 2019 saranno visibili anche su TIMVision Canale 5, Italia 1, Retequattro e i canali tematici free 20, Iris, La5, Mediaset Extra, Italia 2, Top Crime, le news di TGCom24 e il nuovo canale Focus che debutterà al numero 35 del dtt il 17 maggio maggio prossimo. Grazie all’accordo di ritrasmissione, saranno accessibili anche le funzionalità online ora disponibili solo ai clienti di Mediaset.it.
Così Mediaset in un comunicato: «La credibilità e la forza dei contenuti e dei canali gratuiti Mediaset sono irrinunciabili per le offerte pay distribuite su qualsiasi piattaforma video. Si tratta in conclusione di un’intesa positiva per entrambi i partner: permette a Mediaset di estendere la visione dei propri canali free a tutte le piattaforme, digitale terrestre, satellite, Iptv».
Per Tim invece l’accordo «segna un ulteriore passo avanti nella strategia sui contenuti prevista dal Piano Industriale DigiTim. Prosegue con determinazione il nostro percorso di alleanze con i migliori player del mercato, dichiara Daniela Biscarini, responsabile multimedia entertainment di Tim . Siamo la nuova Tv».
Un deal ben diverso dalla precedente intesa tra il gruppo tv e Vivendi (che controllava TIM) nell’affare joint veture TIM Canal Plus che avrebbe dovuto assicurare in 6 anni 460 milioni euro a Mediaset.
Ora dopo la rivoluzione del fondo Elliot nel cda TIM, Mediaset festeggia la sconfitta del “nemico” Vivendi e si prepara, secondo fonti di mercato, a una tregua/pace con il colosso francese. Anche se il Biscione ha intenzione di mantenere le posizioni sulla causa legale e sull’assetto societario.
Secondo il presidente Fedele Confalonieri, intervistato a margine del Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani, si intravede una dipartita di Bollorè (Vivendi) dai mercati italiani: «Continuano ad avere il 24% in TIM e il 29% in Mediaset, anche se con quota congelata. Rimangono azionisti forti». «Per quanto ci riguarda tutto questo non cambia la situazione».
Neanche un mese fa Vivendi ha ottemperato ai dettami dell’Agcom che ha sostanzialmente imposto discendere sotto la quota di collegamento o in Mediaset o in Telecom. Questo in virtù del divieto posto dalla legge Gasparri poi confluita nel Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici (Tusmar). La legge vieta a chi controlli Telecom (perché dominante nel suo settore) di acquisire una quota superiore al 10% all’intemo del Sic. Telecom, insomma, non può avere un collegamento, tramite Vivendi, con Mediaset, perché quest’ultima ha una quota intorno al 13,5% (ultimo dato Sic).
Da qui la soluzione del blind trust, con Vivendi che, pur avendo fatto ricorso al Tar, ha trasferito alla società indipendente Simon Fiduciaria la titolarità di circa il 19,19% delle azioni di Mediaset (pari al 19,95% dei diritti di voto), mantenendo, di conseguenza, una partecipazione azionaria diretta inferiore al 10% dei voti esercitabili nell’assemblea degli azionisti di Mediaset.
Nel frattempo Fininvest ha blindato Mediaset portando la quota di controllo oltre il 41% e ha siglato un accordo storico su contenuti e digitale terrestre con Sky. Nel mezzo a nulla è servito il tentativo di riavvicinamento tra i due litiganti attraverso la joint venture TIM Canal Plus finita in un nulla di fatto.
Fonte: Il Sole 24 Ore