Telelombardia licenzia 54 dipendenti su 128. Oggi presidio in Regione dei sindacati

telelombardiaL’emittente televisiva regionale Telelombardia ha annunciato il licenziamento di 54 lavoratori sugli attuali 128. In una nota arrivata il 26 giugno scorso a Cgil, Cisl e Uil, la tv del gruppo Mediapason dell’editore Sandro Parenzo – secondo i sindacati – ha comunicato di non essere in grado di sottoscrivere un accordo di solidarietà in alternativa alla procedura di licenziamento collettivo, “a causa dell’organizzazione del lavoro in essere”.

«Nonostante le continue sollecitazioni da parte delle organizzazioni sindacali di utilizzare lo strumento della solidarietà per la salvaguardia del perimetro occupazionale, Telelombardia sceglie la strada dei licenziamenti. L’azienda ha dichiarato di voler procedere alla riduzione di 54 lavoratori sugli attuali 128 in forza. Nonostante le dichiarazioni fatte in sede istituzionale in cui l’azienda aveva dichiarato la propria disponibilità a prendere in considerazione il contratto di solidarietà in alternativa alla procedura di licenziamento collettivo, in un ultima nota pervenuta il 26 giugno a CGIL CISL e UIL, Telelombardia ha comunicato di non essere in grado di sottoscrivere tale accordo a causa dell’organizzazione del lavoro in essere. Denunciamo che su questo tema non c’è mai stato un vero confronto di merito, confronto, che rientra nelle normali relazioni sindacali».

«Riteniamo inaccettabile – prosegue il sindacato – la decisione di procedere al licenziamento di 54 lavoratori che si troverebbero senza protezione sociale. Chiediamo alla società di rivedere questa posizione al fine di salvaguardare l’occupazione e le professionalità delle persone che hanno permesso la crescita di Telelombardia. L’azienda si assuma le proprie responsabilità davanti ai lavoratori e alle istituzioni. La salvaguardia dei posti di lavoro viene prima di tutto! Ribadiamo la necessità di procedere con gli strumenti di tutela. La crisi dell’emittenza privata in alcuni casi è diventata l’alibi per tagliare i «rami deboli» e meno tutelati». Oggi 30 giugno alle ore 12 il sindacato annuncia un presidio davanti agli uffici della Regione di via Taramelli 24 «per chiedere il ritiro della procedura in atto e invitiamo tutti i lavoratori ad essere presenti».

Fonti: Ansa | corriere.it

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