Se ne era già parlato l’anno scorso. Poi sia Sky che il gruppo l’Espresso smentirono presunti accordi per gestire l’ambito tasto numero 9 del telecomando del digitale terrestre.
Oggi, secondo un articolo di Paolo Testuccia su La Stampa, si fanno più insistenti le voci di una nuova santa alleanza. Soprattutto in seguito alle nuove e contestatissime regole varate dall’Agcom sulla numerazione LCN della tv digitale, che hanno comunque tenuto fuori le televisioni di Rupert Murdoch dai primi tasti del telecomando.
In questi giorni infatti si parla di riunioni segretissime che la società pubblicitaria Manzoni (concessionaria de l’Espresso-Repubblica) sta conducendo per valutare l’impatto dell’intera operazione. Sul tavolo delle trattative c’è la possibilità di fare traslocare Deejay Tv per far posto a Cielo (il canale generalista di Sky Italia presente sul digitale terrestre) sull’ambito numero 9 del telecomando.
Ma come? Il piano prevede una strategia simile a quella che ha permesso la messa in onda di Laeffe Tv dell’editore Feltrinelli: la nascita di una join-venture che ha letteramente sostituito il canale Repubblica Tv.
Le partnership imprenditoriali tra l’Espresso e Sky hanno storia lunga: la stessa Cielo ha esordito e tutt’ora trasmette sulle frequenze in concessione a De Benedetti, mentre i molti canali musicali del gruppo Espresso sono da tempo presenti sulla piattaforma satellitare a pagamento.
Si prospetta quindi l’ennesima piccola rivoluzione nel mercato tv italiano, in crisi d’ascolti e di ricavi (nella raccolta pubblicitaria), con Cielo che si propone come un’altra offerta alternativa al duopolio Rai-Mediaset. Alla luce di queste indiscrezioni, meglio si comprende inoltre l’importante acquisto di diritti tv a pagamento ma soprattutto in chiaro di Calcio, F1, Olimpiandi e MotoGP, che Cielo Tv potrebbe trasmettere sin dalla prossima stagione.
La tv di Sky sul digitale terrestre punta a raggiungere e superare La7, ad ottenere almeno una media di 3-3,5 punti di share che intermini di riavi economici significherebbe 200-250 milioni di euro.
Fonte: La Stampa