Continua la lotta del patron di Telelombardia, Sandro Parenzo, contro il sistema che governa il mercato televisivo italiano. «Diciamo che ci derubano. Diamo lavoro a trecento persone. Ah, faremo una battaglia cosa credono? Ci incateneremo ai ripetitori se necessario. Mica ci facciamo pregare». Con queste parole, riportate dall’inserto Milano del Corriere della Sera l’editore del gruppo televisivo Mediapason critica aspramente il decreto che dovrebbe liberare i canali dal 61 al 69 UHF per la banda larga mobile e garantire 175 milioni di euro di indennizzi alle tv locali espropriate delle frequenze.
«Voglio sperare, ha continuato Parenzo, che non sia un’azione premeditata contro di noi. E non è così. I canali dal 61 al 69 ci sono altre emittenti. Qua questi del governo, liberando i canali, mettono sullo stesso piano Telelombardia con quelle piccole televisioni dell’amico assessore con due dipendenti, quando vanno bene». Rispondendo poi alla domanda se avesse intenzione di prendere delle iniziative contro questo decreto Parenzo ha affermato «faremo ricorso alla Corte Europea. L’Italia queste cose strane le accetta l’Europa No. Abbiamo un anno di tempo per per bloccare il provvedimento con le sentenze della Corte europea. Mi auguro che i tempi della giustizia non siano elefantiaci, naturalmente ma non possiamo che aspettare». (MF-DJ)