Le nuove linee guida del Biscione per Mediaset Premium: canali pay disponibili per altri operatori anche all’estero. Mediaset pronta per l’asta sui diritti tv del calcio (Serie A e Champions League).
Mediaset Premium offrirà i propri contenuti anche all’estero. Il Biscione è pronto ad offrire i programmi pay a Apple o alle società di telecomunicazioni estere. Secondo i nuovi piani Cologno Monzese potrebbe rendere disponibile la proprie piattaforme tecnologiche (digitale terrestre pay e web) ai produttori di contenuti che vogliano diffonderli tramite un’offerta a pagamento.
Il nuovo assetto di Mediaset Premium, al centro della battaglia con Vivendi e con un importante passivo a carico, consentirà alla pay-tv italiana di partecipare forse alle aste per i costosissimi diritti tv del calcio (per la Serie A e per la Champions League ed Europa League per il triennio 2018-2021). Le nuove linee guida di sviluppo di Premium, che saranno oggi presentate a Londra, scommettono ancora una volta sul prodotto calcio ma con maggiore pragmatismo: «l’approccio – affermano dal gruppo Mediaset – sarà orientato alle reali opportunità di business», ossia verrà preso in considerazione il peso dei costi dei diritti tv.
Mediaset svela anche i piani per il suo asset in chiaro. L’intenzione è quella di riordinare i contenuti gratuiti online creando un’unica interfaccia di accesso per gli utenti e lanciare piattaforme OTT di advertising video on demand. Per creare una piattaforma digitale con pubblicità targettizzata e personalizzata, sulla linea di quello che farà Sky, in modo da monetizzare i contenuti free. L’obiettivo sarà anche quello di attirare una quota significativa di spettatori, fidelizzarli e poi portali verso offerte più mirate a pagamento.
Con la recente partecipazione in Studio 71, società controllata dai tedeschi ProSiebenSat 1 Media e dai francesi di Tf1, il Biscione si lancia inoltre nella produzione di contenuti locali e internazionali per piattaforme web come YouTube.
Il nuovo piano punta al 39% della quota del mercato pubblicitario italiano (oggi al 37,4%) entro il 2020.
Fonte: ItaliaOggi