Telemolise ricorre al Tar contro il regolamento che assegna i contributi pubblici alle varie tv locali. “Premiate le emittenti delle regioni più popolose”.
Con un ricorso ai giudici del Tar del Lazio, Telemolise contesta i meccanismi di assegnazione dei finanziamenti pubblici alle tv locali perché ingiusti e discriminatori. Andrebbero a favorire le emittenti delle regioni più ricche e grandi del Paese a danno delle tv delle regioni più piccole.
A introdurre i nuovi criteri è il Regolamento del ministero dello Sviluppo economico, il Dpr 146 del 2017 che attuala legge di Stabilità del 2016. Telemolise – emittente che trasmette in digitale terrestre e anche in diretta web per i corregionali emigrati nel mondo – rimpiange intanto il vecchio metodo di distribuzione dei contributi. Il vecchio metodo guardava, certo, al fatturato delle tv e al numero dei dipendenti. Ma teneva in conto il bacino di pubblico cui ogni emittente regionale si rivolgeva.
In questo modo – scrive Telemolise nel suo ricorso – lo Stato non equiparava emittenti attive in «territori diversi» per abitanti, «estensione» e ricchezza. Il vecchio regime non lasciava indietro, in altre parole, realtà piccole ma battagliere come Telemolise (che festeggia i suoi primi 40 anni, fondata vicino Campobasso nel 1977, famosa per la diretta di 40 ore sul terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002).
Il nuovo meccanismo invece crea un’unica graduatoria nazionale e classifica le televisioni in base ai dipendenti e agli ascolti; ma senza poi rapportare questi due valori «alla popolazione e alle dimensioni geografiche» delle zone raggiunte. Così Telemolise che guarda ai circa 300 mila abitanti della sua regione – si sente battuta in partenza da televisioni ad esempio lombarde, che si contendono più di 10 milioni di spettatori.
In realtà, all’articolo 4, il Dpr 146 del 2017 del Ministero dello Sviluppo prova una soluzione regionalista. Collega il numero minimo di dipendenti, necessari per accedere ai contributi, alle dimensioni delle diverse regioni. Ma Telemolise non si sente garantita da questa soluzione e chiede come mai il Dpr 146 – nel la sua versione definitiva – abbia trascurato l’articolato «sistema di ponderazione» – cioè di calibrazione su scala regionale – che le commissioni parlamentari avevano proposto. Non solo.
L’emittente sottolinea che il rischio di discriminazione è stato segnalato – ma invano – anche dal Consiglio di Stato nel suo parere sul Dpr 146. Il Consiglio di Stato ha messo in guardia il governo dalla possibile «Concentrazione delle risorse economiche» nelle mani di «un numero limitato di emittenti», il cui unico merito a volte è operare «in aree più popolate».
Per quanto riguarda gli ascolti, Telemolise denuncia poi che la crisi economica le ha impedito di rinnovare i contratti con Auditel (la società di rilevazione) fin dal 2015. Questi contratti, evidentemente, pesavano troppo sul suo bilancio economico. Dunque ora l’emittente non è nelle condizioni di produrre i dati certificati sui suoi ascolti degli ultimi tre anni. Dati che nel frattempo sono diventati uno dei criteri per determinare gli aiuti pubblici.
Anche qui Telemolise si sente penalizzata, se non beffata. Ha “tagliato” l’Auditel tre anni fa quando nessuna legge le imponeva di tenere in vita i contratti sui rilevamenti di ascolto. Pena poi scoprire che un decreto del 2017 – retroattivamente – classifica questi dati preziosi più dell’acqua e del pane. La stazione tv che non li può presentare, in base alle nuove norme si vedrà assegnati ascolti pari a zero.
I contributi per le emittenti locali sono in un Fondo – forte complessivamente di 125 milioni – che è alimentato dal gettito del canone Rai. In particolare dal gettito aggiuntivo in arrivo gra zie alla sconfitta dell’evasione.
Giovedì 21 dicembre 2017 si è chiusa la finestra per accedere alla procedura telematica messa a punto dal Ministero dello Sviluppo economico e denominata “Sicem” (Sistema Contributi Emittenti) per presentare le domande per i contributi di cui al DPR n. 146/2017 relativi all’anno 2016.
A tale data, sono pervenute al Ministero un totale di 1.001 domande, così ripartite:
n. 184 domande presentate da FSMA locali commerciali;
n. 211 domande presentate da FSMA locali comunitari;
n. 301 domande presentate da radio locali commerciali;
n. 305 domande presentate da radio locali comunitarie.
Il Ministero dovrà, ora, verificare la correttezza delle domande presentate e, quindi, predisporre le relative graduatorie dei soggetti aventi diritto.
Le domande relative ai contributi per l’anno 2017 (sia televisivi, sia radiofonici) potranno essere presentate, sempre con la procedura online Sicem, dal 2 gennaio 2018 al 31 gennaio 2018.
Fonti: aeranti.it | La Repubblica