Sky Italia ha in mano un tesoretto di circa 500 milioni di euro. Sono i soldi non spesi per i diritti esclusivi della Champions League 2015-2018, recentemente conquistati a suon di centinaia di milioni da Mediaset (660 per l’esattezza).
Claudio Plazzotta dalle colonne di ItaliaOggi si chiede come Sky investirà questa montagna di soldi. Innanzitutto saranno utili per prossima la gara per i diritti della Serie A italiana di calcio, per la quale Sky punterà a pacchetti gold in esclusiva (la legge Melandri, tuttavia, impedisce di dare tutti gli incontri a un solo operatore in esclusiva), ma dove non sarà disponibile a offerte folli (anche se Infront, advisor della Lega calcio per la gara dei diritti, ovviamente, spera il contrario e punta a incassare più di un miliardo di euro all’anno per il triennio 2015-2018).
Sempre secondo Plazzotta, d’ora in poi, la pay-tv di Rupert Murdoch si terrà ben lontana da aste per eventi tipo Olimpiadi, che durano appena 15 giorni e costano tantissimo (per esempio i Giochi invernali di Sochi appena terminati sarebbero costati alle casse di Sky oltre 60 mln di euro di diritti tv). Sky potrebbe invece puntare su manifestazioni sportive più continuative sui 12 mesi come la Formula 1 (che Sky paga circa 48 milioni di euro all’anno) e il MotoGp (24 milioni di euro all’anno). E si proverà a ricomprare i diritti della Champions da Mediaset, per non togliere agli abbonati uno spettacolo di quelli che consolidano la fedeltà dei clienti e stimolano l’arrivo di nuovi.
Il calcio è il contenuto fondamentale che traina gli abbonamenti della pay-tv satellitare in Italia. E la perdita della Champions potrebbe essere piuttosto grave per una offerta televisiva così completa come quella di Sky. Tuttavia la tentazione degli uomini di Rupert Murdoch nel mercato italiano sarebbe pure quella di sganciarsi dalla pressione quasi insostenibile del calcio, delle aste sui diritti, dei costi in continua crescita, per concentrarsi di più sulla parte di intrattenimento, di produzioni originali, di tecnologia avanzata, di programmazione da grande tv generalista.
Sky Italia potrebbe puntare su dei prodotti esclusivi da pay-tv capaci però da un lato di attirare il grande pubblico, e dall’altro di stimolare gli investimenti pubblicitari (Sky pubblicità vale circa 350 milioni di euro di raccolta nel 2013, pari al 10% del mercato pubblicitario televisivo in Italia). In quest’ottica si può inquadrare la nascita di un nuovo canale, Sky Atlantic, che sarà lanciato a breve, tutto dedicato alla serialità (dal fenomeno House of cards prodotto da Netflix alle produzioni originali italiane tipo Gomorra o 1992).
Allo stesso tempo verrà potenziato di Sky Uno, brand che dà prestigio, visibilità, consenso, e che dalla prossima stagione sarà illuminato pure da Italia’s got talent, oltre che dai marchi di fabbrica X-Factor, MasterChef, The Apprentice, MasterChef jr ed Hell’s kitchen. Ma difficilmente Sky abbandonerà i contenuti sportivi in esclusiva: dalle Olimpiadi di Sochi (60 milioni di euro) che hanno regalato un buonissimo share a Cielo sul dtt in chiaro, alla Formula 1 (50 mln all’anno), dalla MotoGp (24 milioni), sino alla Europa League in esclusiva per il triennio 2015-2018, la pay-tv sat potrebbe anche tentare l’assalto a una parte dei diritti della Champions acquisiti da Mediaset.
Fonte: ItaliaOggi