E’ sempre la stessa storia. Arriva la tv digitale terrestre e poi quasi automaticamente non si riceve e vede quasi nulla. Lo confermano ancora una volta le numerosissime segnalazioni dei cittadini residenti a Termoli (Campobasso), che evidenziano la pessima qualità del segnale della tv digitale (già segnalato da Tv Digital Divide), che impedisce di seguire telegiornali e trasmissioni.
«E’ possibile che nel 2012 vediamo la televisione peggio di come la vedevamo 10 anni fa?». Una domanda ricorrente, a Termoli e nell’hinterland, a diverse settimane ormai dal passaggio al digitale terrestre. Condivisa da ragazzi, adulti e anziani. Con la differenza che i più giovani, solitamente anche più informatizzati, riescono a trovare qualche escamotage per seguire le loro trasmissioni preferite pur in assenza della “scatola nera. Un ventiquattrenne residente in città puntualizza: «Anche oggi sono stato costretto a guardare la tv sul mio computer di casa».
Non è certo l’unico a lamentarsi del disservizio: il famigerato “segnale scarso o assente” è l’incubo dei telespettatori di ogni età, residenti in tutti i centri basso molisani, alle prese con i medesimi disagi, che da un momento all’altro devono rinunciare a seguire il programma desiderato perché le immagini si sfaldano e l’audio si spezzetta. «Vedere più di un quarto d’ora di telegiornale in televisione è divenuto un terno al lotto» il commento di un altro residente di Termoli. Il problema non finisce qui: a Termoli e nell’hinterland, oltre all’oscuramento dello schermo, spesso collegato al blocco dell’audio, si deve fronteggiare il problema della “latitanza” di vari canali dal menù di scelta: Rai Storia, Rai 5, le due Rai Sport.
Poi c’è il capitolo canali regionali. Difficile trovare un solo molisano che ad oggi riesca a vedere senza problemi dalla poltrona di casa emittenti quali Telemolise, Teleregione, Tvi, Tlt Molise. Al contrario, la maggior parte delle persone in regione non vede proprio nessuno dei canali sopra citati. Qualcosa della Puglia, dell’Abruzzo o della Campania, ma di molisano niente.
A più di un mese dallo Switch-off (eseguito il 17 maggio) la qualità del segnale è sconfortante. C’è chi auspica un ritorno al vecchio sistema, ma è evidente che si tratta di nostalgia fine a stessa. Non si possono tagliare le gambe al progresso e anche per l’Italia è giunto il momento di allinearsi con la gran parte del cosiddetto “primo mondo”. E dire che il problema era stato ampiamente previsto. Nei diversi incontri autorizzati tra autorità competenti e cittadini, tra cui quello del 24 e 25 maggio, organizzato dalla Rai-Radiotelevisione italiana in collaborazione col sindaco di Termoli, i tecnici Rai si erano messi a disposizione della cittadinanza per fornire delucidazioni sul digitale. L’impossibilità di vedere i canali Rai era stata una delle problematiche più sollevate.
Di chi è la colpa del disservizio tv? Molti antennisti, contattati dagli abbonati che lamentano un pessimo segnale, da un quartiere all’altro di Termoli come pure nei centri limitrofi, indicano la qualità del segnale («troppo scarso», «poco potente») come indiziato principale. Ma il Ministero dello sviluppo economico smentisce. La dottoressa Eva Spina, la dirigente del dipartimento contattata telefonicamente dal quotidiano online Primonumero.it, mappatura alla mano dichiara che «Nella vostra zona è tutto acceso e attivo, il segnale funziona bene, sia quelli della Rai che di Mediaset. Qualora si manifestino problemi, essi dipendono dai singoli impianti riceventi, ovvero, si verificano perdite di segnale nel sistema interno. E’ opportuno controllare che cavi e antenna non siano vecchi e rivolgersi ad un antennista per risolvere il problema definitivamente».
Rassicurazioni che però risultano poco convincenti se a 50 giorni dallo switch-off capita ancora che singoli canali spariscano dal menu per qualche ora o per un giorno intero, per poi ripresentarsi sotto altre vesti, leggasi nuove frequenze, dopo la ormai solita ricerca di canali. Una roba da due minuti per chi è avvezzo a queste diavolerie. Un grosso disagio per chi ha una certa età o proprio non vuole saperne di dover fare gli straordinari anche solo per guardare il proprio programma preferito.
Fonte: Primonumero.it
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