Asta Frequenze: Discovery, Cairo e Prima Tv ai blocchi di partenza

L’asta frequenze tv, nata dalle ceneri dell’ex-Beauty Contest pro-Mediaset, è scattata il 12 febbraio con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando. Rai, Mediaset e Telecom Italia Media sono fuori dai giochi perchè occupano più di due mux digitali. Potranno partecipare tutti gli altri broadcaster attivi in Italia o interessati a entrare in un mercato che rappresenta pur sempre un bacino d’utenza di più di 22 milioni di telespettatori e un giro d’affari a livello pubblicitario di 3,5 miliardi di euro (in gran parte nelle mani di Mediaset e Rai).

E già si fanno i primi nomi suoi potenziali pretendenti che avranno 60 giorni di tempo utile per fare le proprie offerte: tra i più interessati a studiare il dossier c’è il colosso americano Discovery Channel, oramai il quarto operatore nazionale con uno share superiore al 5% e una solida raccolta vicina a quella di un big del calibro di Urbano Cairo. Discovery, in Italia, possiede 12 canali tra piattaforma digitale free e satellitare a pagamento, tra cui spiccano Real Time e DMax, su cui è stato lanciato il 6 Nazioni di rugby.

Un altro pretendente che sta guardando con attenzione la gara è lo stesso Cairo. L’editore, a capo dell’omonimo gruppo che a fine 2013 aveva in cassa 173 milioni e controlla La7 (riportata in otto mesi in utile operativo) e La7d, è un candidato naturale all’operazione, se vuole giocare un ruolo di primo piano nel mercato tv.

Sky Italia potrebbe essere l’altro aspirante candidato (ma c’è chi dice che non si presenterà). Potrà competere per un solo multiplex: il lotto L1 con l’obbligo di trasmettere in chiaro per tre anni in caso di vittoria. Mentre Rete A e Rete Capri sono fuori dalla partita, chi potrebbe rappresentare il vero outsider dell’asta frequenze è Prima Tv di proprietà di Tarak Ben Ammar (storico partner di Silvio Berlusconi) e di Naguib Sawiris. Il gruppo milanese è esclusivamente un operatore di rete, che cede da anni le sue frequenze a Mediaset, e tecnicamente è un soggetto che sa già come gestire il business incerto delle frequenze tv. A questo si aggiunge la voglia di accrescere il proprio peso in Italia di Sawiris, proprietario tra l’altro della quotato Dada e del polo Italiaonline, cui fanno capo i portali Libero e Virgilio.

La deadline della gara è fissata per l’11 aprile. La base d’asta è di 90,75 milioni, il che equivale ad assegnare a ogni singolo multiplex un valore di 30 milioni. Cifra alla portata di molti soggetti, industriali e finanziari.

Fonte: MF – Milano Finanza

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Redazione
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