L’Agcom ha pubblicato ieri la valutazione del Settore Integrato delle Comunicazioni per l’anno 2012. Un’analisi che conferma la crisi nera del settore: due anni fa il comparto, che ha raggiunto ricavi per 19 miliardi, ha perso un miliardo rispetto al 2011 (-6,2%).
La crisi economica si è fatta sentire e si sente tutt’oggi, ma c’è una novità: dietro a Fininvest che resta in testa, sia pure con una quota ridimensionata, non c’è più la Rai. Perchè il sorpasso di Sky è ormai agli atti. Nessun soggetto supera il valore del 20% del SIC, fissato come limite Antitrust. Ma nel dettaglio, imprese che fanno riferimento al gruppo Fininvest (Mediaset e Mondadori Editore) nel 2012 raggiungono complessivamente il 14,92%, contro il 16,57% del 2011. Seguono il gruppo 21st Century Fox con il 14,26% – costituito da Sky Italia (13,96%) e Fox International Channels Italy (0,30%) – e Rai con il 13,20%. Dietro, con una quota di gran lunga inferiore, il Gruppo L’Espresso (4,13%) e RCS Mediagroup (3,68%).
La rimanente quota del SIC, pari al 49,81%, è appannaggio degli altri operatori del settore, tra cui Seat Pagine Gialle, Google, Cairo Communication, Gruppo 24 Ore, Caltagirone Editore, Monrif, Class Editori e De Agostini. Ammonta a quasi 700 milioni di euro il calo patito dall’area radiotelevisiva nel complesso che resta (anche sul web), con il 47,3% (pari a circa 9 miliardi di euro), l’ambito con la maggiore incidenza sul totale delle risorse economiche. Seguono l’editoria quotidiana, periodica e le agenzie di stampa (anche sul web), con il 28,4% (circa 5,4 miliardi di euro con una riduzione di oltre 100 milioni di euro). Aumenta la quota percentuale della pubblicità online, quasi triplicata rispetto alla precedente rilevazioni: i ricavi sono ora 1,5 miliardi di euro e la quota del 7,89%. In calo anche il settore cinematografico con circa 940 milioni di euro e la pubblicità esterna, che incide per il 2% circa sui ricavi complessivi (374 milioni di euro).
Quanto alle iniziative di comunicazione di prodotti e servizi e alle sponsorizzazioni, queste aree raggiungono complessivamente 1,4 miliardi di euro, pari al 7,1% del totale delle risorse.
Fonti: Il Messaggero | primaonline.it