Altroconsumo fa ricorso alla Commissione Europea: aiuti di Stato illeciti al consorzio Tivù per il digitale terrestre

Altroconsumo si muove contro le ingiustizie del mercato tv italiano e presenta un ricorso al Garante Europeo per la concorrenza contro le evidenti irregolarità commesse dal consorzio Tivù per il digitale terrestre. L’associazione di consumatori accusa il governo italiano di avere finanziato la joint-venture Tivù (composta al 48% da Mediaset, al 48% dalla Rai e al 4% da Telecom Italia Media) per favorire le solite aziende dominanti nel nuovo mercato tv, consolidando le posizioni già esistenti nel vecchio mercato della tv analogica. I finanziamenti e la concentrazione del mercato pubblicitario avrebbero bloccato lo sviluppo di altri competitor e la nascita di programmi di qualità.

Il ricorso fa menzione anche della scorretta condotta di Tivù Sat nei confronti degli abbonati Rai. Con l’adozione del protocollo nagravision di codifica del segnale tv satellitare, incompatibile con i decoder Sky, le strategie di Tivù e della Rai hanno impedito la visione del servizio pubblico tv a quei 5 milioni di italiani che utilizzavano la piattaforma a pagamento di Sky, e secondo Altroconsumo avrebbero violato le regole comunitarie sulla concorrenza e sull’erogazione dello stesso servizio pubblico.

L’associazione di consumatori denuncia anche le irregolarità di abuso di posizione dominante e di aiuti di Stato nel decreto Bondi sull’equo compenso per quota privata. La normativa dovrebbe estendere a tutti i dispositivi di archiviazione, dai cellulari ai pc (mentre prima era prevista solo per cd, dvd e masterizzatori), una tassa (definita iniqua da Altroconsumo) che andrebbe a finanziare direttamente la SIAE e l’industria dell’audiovisivo violando le regole della Comunità Europea.

Fonti: puntoinformatico.it | pmi.it

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