Sul tavolo di Vivendi si studia il futuro del 100% di Mediaset Premium e del 24,9% di Telecom Italia.
Secondo La Repubblica non sarebbero allo studio operazioni di accorpamento tra le due aziende. Però la convergenza e le sinergie saranno le parole d’ordine dei prossimi mesi poiché i francesi hanno due anni di tempo per portare Mediaset Premium al pareggio, vista la dote di 120 milioni che permetterà di coprire i buchi del 2016 e 2017. In questo periodo si cercherà di tagliare i costi, forse con un nuovo management francese, e forse con lo spostamento della sede da Cologno Monzese in Francia. Poi si spingerà per lanciare offerte commerciali congiunte del gruppo Vivendi. Come la nuovissima Studio Plus, la produzione di mini serie tv create appositamente per smartphone, che sarà distribuita in esclusiva da Telecom in Italia.
Allo studio poi un nuovo pacchetto che potrebbe includere l’abbonamento della banda larga Telecom, quello di Mediaset Premium con Champions League, i film di Warner e Universal, la musica di Universal e i giochi di Gameloft. Un modo per cercare di spingere sui contenuti di casa Vivendi a scapito degli accordi che Telecom ha già con Sky e Netflix. Con la pay-tv di Rupert Murdoch Telecom ha infatti un anno di accordo per la distribuzione dei canali pay su Iptv, un’offerta che però non sta dando commercialmente i frutti sperati, anche perchè doppiata da quella lanciata dalla stessa Sky con Fastweb.
Per cercare di aumentare le richieste di connessioni alla banda larga la società guidata da Flavio Cattaneo vorrebbe ampliare i contenuti distribuiti via Internet entrando nell’alleanza tra Mediaset e Vivendi magari con una joint venture dedicata alla produzione di contenuti ad hoc per i mercati latini. Il compito (arduo) di Vivendi sarà invece quello di rimettere in sesto Canal Plus, primo produttore europeo di film che ha appena dichiarato perdite per 400 milioni, e Mediaset Premium in rosso di 84 milioni nel 2015, investendo nella produzione di contenuti di qualità da veicolare sulle reti delle telco dei vari paesi europei.
Fonte: La Repubblica