Nulla di fatto ieri dal cda Telecom Italia in riunione: sul tavolo da un lato il progetto di scorporo della rete e dall’altro la cessione di Telecom Italia Media, dopo che lunedì sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte non vincolanti per la società cui fa capo La7. Nessun commento da parte dei consiglieri, che si sono allontanati alla spicciolata senza rilasciare dichiarazioni. «Oggi sono muto», ha sintetizzato Tarak Ben Ammar. La riunione si preannunciava interlocutoria ed erano previsti solo aggiornamenti sui due dossier.
Comunque il fondo italiano Clessidra, gli americani di Discovery Channel, e 3 Italia (gruppo H3G) sono stati tutti e tre ammessi alla fase successiva della procedura di vendita degli asset di Telecom Italia Media e avranno così accesso alla ‘data room’, ossia ai numeri riservati del gruppo che controlla La7. «Si va avanti col processo di vendita», ha spiegato una fonte. Secondo quanto riporta ieri il sito di Repubblica, Discovery si sarebbe fatto avanti solo per i due canali tv offrendo 100 milioni per la società pulita dai debiti, Clessidra avrebbe invece fatto un’offerta complessiva su tutto il gruppo TI Media di 380 milioni, anch’essa senza accollo di debiti. E’ invece di 320 milioni, scrive Repubblica online, l’offerta di H3G, che ha confermato l’interesse per entrambi i rami (tv e mux).
Anche Proto Organization, pur esclusa dalla gara ufficiale, ha fatto però la sua offerta. «Nei giorni scorsi abbiamo presentato a Telecom e al loro advisor Mediobanca un’offerta vincolantedi 150 milioni di euro per l’ acquisto de La7. Siamo stati gli unici ad impegnarci in modo serio con una offerta vincolante», lo spiega con una nota Alessandro Proto, Ceo di Proto Organization. «Siamo pronti anche a fare una offerta per l’intero pacchetto di TI Media creare il vero terzo polo televisivo in Italia in questi giorni ci sono stati molti rumors su possibili acquirenti ma nessuno si è impegnato concretamente nel rilevare La7. Noi siamo pronti a farlo nella speranza di venire smentiti dicendo che in Italia, per entrare in certi ambienti, bisogna essere per forza amici di Mediobanca. Bernabè faccia il prezzo. La7 è di Ti Media non di Mediobanca», conclude Proto.
Mediaset, fattasi da parte da qualche tempo, commenta attraverso il responsabile Affari istituzionali e consigliere Gina Nieri: «Sulla carta non c’era nessun impedimento, nè in termini di frequenze, nè di fatturato, anche perchè eventualmente ci sarebbero stati degli impegni da parte nostra». Il membro del cda del Biscione spiega che alla base della decisione di non partecipare alla gara per La7 c’è «esclusivamente una valutazione che abbiamo fatto sull’asset».
Fonti: TMNews | AGI | MF DJ | Asca