Sky rifiuta le pianificazioni di spot di Mediaset Premium durante le partite di Europa League su Mtv8
Con lo sbarco in grande stile sulla tv in chiaro, Sky punta sempre più ai ricavi della raccolta pubblicitaria, dove Mediaset è ancora in posizione dominante. Raggiunto lo zoccolo duro di abbonati pay (stabile da tempo a quota 4,725 milioni) e pronta ad affrontare le nuove sfide della tv convergente (con l’arrivo di Netflix), la tv di Rupert Murdoch & figli si è posta l’obiettivo di strappare al rivale un fetta del mercato degli spot.
Lo stesso Jeremy Darroch, ceo di Sky group, spiegava in conference call lo scorso luglio che «in Italia il nostro business pubblicitario sta traendo benefici dalla crescita di canali free del digitale terrestre come Cielo, Sky Tg24, e vediamo in questo comparto delle grandi opportunità nel futuro». I dati parlano chiaro: tra il luglio del 2014 e il giugno del 2015 i ricavi totali di Sky Italia sono calati del 2,5%, mentre la raccolta pubblicitaria, al netto dei Mondiali di calcio 2014, è cresciuta del 9,8%. Con l’acquisto di Mtv, il canale 8 del dtt, poi la concessionaria Sky Media, dal 1° settembre scorso, può contare pure sulla raccolta di spot. L’ex canale musicale ha fruttato nei primi sei mesi del 2015 17,1 milioni di euro di ricavi pubblicitari (+7,5% rispetto al 2014), e si stima che in un anno possa pesare attorno ai 30 milioni di euro complessivi.
Nonostante questo, i vertici di Sky Media si sono appena rifiutati di accogliere pianificazioni pubblicitarie di Mediaset Premium all’interno del match di Europa League Fiorentina-Basilea andato in onda in chiaro su Mtv8 lo scorso 17 settembre. Le schermaglie e le aggressive strategie di mercato tra Mediaset e Sky logicamente continuano. Anche se il Biscione, sulle sue reti in chiaro, dopo anni di chiusura (dal 2009 al 2012), concede la trasmissione degli spot di Sky, incassando tanti milioni di euro. Sky, invece, pare voglia tutelare il proprio core business pay dalla spietata concorrenza di Premium, rinunciando a ricche pianificazioni per Mtv8, pur avendo nella raccolta pubblicitaria il comparto a più alta crescita e marginalità.
La guerra delle pay-tv è recentemente scoppiata in seguito all’acquisto in esclusiva da parte di Premium dei diritti tv di Champions League per il triennio 2015-2018, nonostante le voci di una possibile e clamorosa acquisizione-fusione con Sky. Dalla mossa strategica del colosso tv di Murdoch che nella stagione 2014-2015 non condivide con Premium i diritti tv della Champions, a Striscia la notizia che smonta il giocattolo Masterchef (il programma di maggior successo di Sky) con una campagna massiccia e puntuale che prosegue pure nella nuova edizione del tg satirico partita il 21 settembre, fino all’oscuramento di Canale 5, Retequattro e Italia 1 sulla piattaforma satellitare di Sky.
La vittoria (impossibile) di questa sfida infinita dipenderà molto probabilmente dai risultati della campagna autunnale degli abbonamenti a Premium. Ma bisognerà fare attenzione a non commettere degli errori di valutazione: il primo è giudicare gli ascolti attuali di Premium e confrontarli con quelli della Champions league su Premium di due anni fa. Infatti, due anni fa gli abbonati di Premium erano molti di più, e di conseguenza anche le audience. Il secondo errore è limitarsi a contare il numero di nuovi abbonati di Premium. Se anche dovesse centrare l’obiettivo di 200 mila nuovi abbonati entro il 2015, raggiungendo quindi quota 1,9 milioni complessivi, questo potrebbe non essere sufficiente. Dipende, infatti, dal prezzo al quale gli abbonamenti saranno venduti. Il prossimo 30 settembre, quando verranno chiusi i conti della trimestrale Mediaset, ci si attende comunque che i vertici di Cologno Monzese facciano ufficialmente il punto sull’andamento di Premium.
Fonte: ItaliaOggi