La norma del tetto compensi in Rai potrebbe provocare un calo del 5% dello share e un buco di 100 milioni nella raccolta pubblicitaria. Si lavora con il governo per trovare un’escamotage per trattenere le star televisive e far restare competitiva la Rai sul mercato.
Dalla presa di posizione del Cda e dei vertici aziendali della Rai di estendere dal primo aprile anche agli artisti il tetto dei 240mila euro l’anno è diventato tutto più difficile. Per questo motivo il governo sta lavorando per trovare un rimedio normativo. Scartato un atto amministrativo all’interno della prossima manovra correttiva (non c’è abbastanza tempo), il Tesoro starebbe pensando a un decreto ad hoc per introdurre un’eccezione valida solo per gli artisti. Anche per evitare un’ondata di ricorsi da parte di altre aziende pubbliche che hanno già attuato il tetto stipendi.
Per evitare il solito pasticcio all’italiana sarebbe bastata una nota per escludere gli artisti dal tetto dei 240mila euro, i quali hanno un mercato a parte rispetto ai manager valutato in base ai ricavi della raccolta pubblicitaria. Ad esempio Antonella Clerici porta a casa ben 3 milioni lordi fino al 2018.
Se il governo fallirà nel tentativo riparativo, l’unica soluzione resta quella delle società di produzione (come Endemol o Magnolia), le quali potrebbero prendersi a carico il surplus dell’artista, magari facendo pagare di più l’acquisto dei format. Come già fa Zerostudio’s per le trasmissioni di Michele Santoro. Secondo il Messaggero, comunque, Carlo Conti, Lucia Annunziata, Massimo Giletti, Flavio Insinna, Michele Guardì sono pronti alla fuga dalla tv pubblica.
I vertici Rai avrebbero già preparato un piano B nel caso che le cose si mettessero male. Si andrebbero a sostituire le star tv contrarie alla riduzione dello stipendio con quelle che percepiscono compensi non troppo alti e vicini ai 240mila anni e con nuovi personaggi tv emergenti.
Fonte: Il Messaggero