Proprietà intellettuale on-line: il Piano dell’UE per copyright e brevetti

La Commissione Ue ha avviato il Piano d’azione per la riforma delle disposizioni riguardanti i diritti di proprietà intellettuale (DPI), tra cui rientrano i diritti di proprietà industriale , il diritti d’autore e i diritti legati al copyright per artisti, produttori ed emittenti. La Commissione ha adottato una strategia globale di innovazione del quadro giuridico dei DPI, con l’obiettivo di consentire ad inventori, autori, utenti e consumatori di adeguarsi alle nuove circostanze e di aumentare le opportunità commerciali. Le nuove disposizioni punteranno al giusto equilibrio tra sostegno della creatività e innovazione, sia garantendo riconoscimenti e investimenti agli autori, sia promuovendo il più ampio accesso possibile a beni e servizi tutelati dai DPI.

Per quanto riguarda i brevetti, già in aprile la Commissione ha lanciato proposte a favore di una protezione unitaria del brevetto nel quadro della cooperazione rafforzata. Sulle licenze di copyright multi territoriali, mentre il campo di applicazione del copyright è sostanzialmente armonizzato, le licenze dei diritti si concedono ancora a livello nazionale. Nel secondo semestre 2011 la Commissione presenterà una proposta di istituzione di un quadro giuridico per una gestione multiterritoriale collettiva efficiente del copyright.

Il Commissario al Mercato interno Michel Barnier, però, ha ribadito la propria intenzione di voler colpire in modo forte e determinato i siti che consentono il downloading illegale che violano le norme sul copyright coinvolgendo direttamente gli Internet Service Provider. «Bisogna sradicare il fenomeno, mirando direttamente alla fonte», ha detto il Commissario, facendo capire, in modo non molto velato, che l’intenzione è quella di colpire gli Internet Service Provider che consentono l’accesso alle piattaforme di P2P. Le associazioni che rappresentano gli ISP europei criticano fortemente le nuove norme proposte dall’UE, perchè non hanno nessuna intenzione di accollarsi la responsbilità di punire i propri utenti/consumatori (dopo tre violazioni come è stato disposto nella famigerata legge Hadopi francese) senza alcun previo intervento dell’autorità giudiziaria. Anche le Ong che tutelano i diritti digitali, come EDRI, affermano che l’UE così facendo lederebbe i diritti fondamentali dei cittadini, spingendo i paesi dell’Unione a gravi atteggiamenti di censura del web degni degli Stati privi di libertà di espressione.

IPR Strategy della Commissione Ue

Fonte : key4biz.it

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