Oscuramenti tv. Agcom: Rai presenti nuova offerta a Sky

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Agcom: la Rai deve pre­sen­ta­re una nuo­va pro­po­sta di ac­cor­do a Sky per su­pe­ra­re il contenzioso dei diritti di ritrasmissione dei canali pubblici. Controversia (finita anche nei tribunali) che ha determinato dal lontano 2009 gli oscu­ra­men­ti tv dei pro­gram­mi di Viale Mazzini sul satellite pay.

Dopo il gran rifiuto della pay-tv di Rupert Murdoch & figli, che ha recentemente respinto la cifra offerta dalla tv di Stato pretendendo i canali gratis, l’Au­to­ri­tà per le ga­ran­zie nel­le comunica­zio­ni ha con­si­de­ra­to la stessa proposta di apri­le co­me in­suf­fi­cien­te per ot­tem­pe­ra­re all’ob­bli­go sta­bi­li­to dal­la stes­sa Ag­com per risolvere l’an­no­so pro­ble­ma dell’oscu­ra­men­to dei pro­gram­mi Rai sul­la piat­ta­for­ma Sky de­ci­so da Via­le Maz­zi­ni. Il Consiglio dell’Authority il 25 giugno ha de­ci­so inoltre di av­via­re un pro­ces­so san­zio­na­to­rio nei con­fron­ti dell’emit­ten­te pub­bli­ca: una de­ci­sio­ne pre­sa a mag­gio­ran­za dai membri dell’Agcom.

Non sono bastati quindi 6 lunghi anni di sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato (spesso a favore di Sky), e neanche la delibera Agcom dell’11 marzo scorso che ha dato al­la Rai tren­ta gior­ni di tem­po (dal­la no­ti­fi­ca del prov­ve­di­men­to) per avan­za­re una pro­po­sta di ac­cor­do a Sky Ita­lia per cedere in cambio di un compenso “equo e ragionavonle” la sua programmazione sulla piattaforma sat. La querelle tra i due gruppi tv rimane in piedi, e ora la Rai rischia grosso: se­con­do l’Autorità, la proposta non de­ve con­te­ne­re clau­so­le re­la­ti­ve al­la salvez­za di di­rit­ti di ter­zi per «giu­sti­fi­ca­re even­tua­li oscu­ra­men­ti di pro­gram­mi», con l’im­pe­gno a rin­no­var­lo do­po un an­no di spe­ri­men­ta­zio­ne. Ag­com ha pe­rò ri­co­no­sciu­to al­la Rai una re­mu­ne­ra­zio­ne per ta­le ces­sio­ne di di­rit­ti. Mentre Sky vuole tutto gratis come accade per Mediaset, La7 e la stessa Rai sulla piattaforma Tivùsat.

Sia la Rai sia Sky han­no im­pu­gna­to, con mo­ti­va­zio­ni ov­via­men­te di­ver­se, da­van­ti al Tar La­zio, la de­li­be­ra di mar­zo dell’Ag­com, ma sen­za ri­chie­der­ne la so­spen­sio­ne d’ur­gen­za. Non aven­do la Rai ot­tem­pe­ra­to al­la de­li­be­ra sul­la pre­sen­ta­zio­ne del­la pro­pria of­fer­ta a Sky (una pro­po­sta la Rai l’ave­va pre­sen­ta­ta ma è sca­du­ta il 30 apri­le) è scat­ta­to il pro­ces­so san­zio­na­to­rio. Anche perchè la tv pubblica con­ti­nua a oscu­ra­re pro­gram­mi sul­la piat­ta­for­ma di Sky.

Per ri­sol­ve­re la que­stio­ne, scrivono Marco Mele e Andrea Biondi sul Sole 24 Ore, ba­ste­reb­be cam­bia­re una pa­ro­la sul nuo­vo con­trat­to di ser­vi­zio trien­na­le tra Rai e Mi­ni­ste­ro ri­spet­to all’ar­ti­co­lo 22 del pre­ce­den­te con­trat­to 2010-2012, an­co­ra in vi­go­re, se­con­do il qua­le «non vi è ob­bli­go di ces­sio­ne gra­tui­ta, ma l’ob­bli­go per il con­ces­sio­na­rio di ren­de­re frui­bi­li le tra­smis­sio­ni del ser­vi­zio pub­bli­co at­tra­ver­so tut­ti i ti­pi di piat­ta­for­me tec­no­lo­gi­che, at­tra­ver­so al­me­no una piat­ta­for­ma di­stri­bu­ti­va» . Non si sa­reb­be giun­ti al­le at­tua­li de­ci­sio­ni dell’Ag­com sen­za co­mun­que che il Tar La­zio pri­ma e il Con­si­glio di Sta­to poi, aves­se­ro da­to ra­gio­ne a Sky quan­do ha im­pu­gna­to la de­li­be­ra Ag­com del 2009, con cui l’Au­to­ri­tà non rav­vi­sa­va vio­la­zio­ni del con­trat­to di ser­vi­zio da par­te del­la con­ces­sio­na­ria per aver in­ter­rot­to la vi­sio­ne di mol­ti suoi pro­gram­mi su Sky dal pri­mo ago­sto di quell’an­no.

A quan­to ri­sul­ta al So­le 24 Ore fra Rai e Sky si fa sem­pre più vi­ci­na la pos­si­bi­li­tà di met­te­re una pie­tra so­pra ai ri­spet­ti­vi con­ten­zio­si. Que­sto al di là del te­ma oscu­ra­men­ti, ma più che al­tro per que­stio­ni “com­mer­cia­li” le­ga­te an­che al com­pli­car­si del qua­dro di mer­ca­to nel pa­no­ra­ma te­le­vi­si­vo ita­lia­no. Ma per ora, fan­no sa­pe­re da Sky, l’in­te­sa non è ancora stata definita.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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