Mediaset vede nero nel 2012

Il 2011 non è stato certo un anno positivo per il gruppo televisivo di Mediaset. L’azienda tv commerciale leader in Italia e in Spagna, dopo i ripetuti tonfi in borsa, il grave calo degli utili, la grana Endemol e la crisi della raccolta pubblicitaria, ha forse vissuto il periodo più buio della sua storia recente, complice pure la débâcle del governo Berlusconi. E per il 2012 appena nato pare che le cose non andranno meglio.

In questi primi giorni dell’anno, nel momento in cui il titolo Mediaset tenta una timida risalita (+0,8% di ieri), giunge inflessibile il guidizio degli analisti finanziari scozzesi della RBS, che ora scommettono su un’urgente ricapitalizzazione del gruppo del Biscione. La Royal Bank of Scotland ha infatti tagliato ieri il target price delle società della famiglia Berlusconi da 2,6 a 2,2 euro, tra i timori su un precario bilancio patrimoniale, inficiato dalla generosa politica dei dividendi del management, e nell’ipotesi di un possibile aumento di capitale.

Mediaset sta portando avanti un piano di austerità per arginare i conti in rosso, tra il calo di abbonati della pay-tv Mediaset Premium e la perdita del 3% di introiti dalla pubblicità, che supporterà un taglio dei costi tra il 3 e il 5%, quantificato in circa 350 milioni di euro di risparmi in tre anni, 150 milioni sui costi e 200 sugli investimenti. Misure di austerità che peseranno, secondo gli analisti RBS  proprio sulla raccolta pubblicitaria, vero core business del Biscione.

La stima media di Mediaset stilata dalla banca scozzese sul rapporto debito/ebdita per i broadcaster europei della tv gratuita è superiore di 0,1 volte. I covenant sui finanziamenti di Mediaset non sono a rischio, ma le previsioni di RBS non escludono l’aumento di capitale, dettato dalla revisione al ribasso della raccolta nella pubblicità in Italia da -2% a -5% nel 2012.

Le stime di RBS su Mediaset rientrano nello studio pubblicato ieri sui media europei: ITV, BSkyB, WPP e Reed Elsevier sono le 4 “idee toro”, cioè le aziende più sane; Vivendi, TF1, Aegis e Mediaset Espana sono le “idee orso”, cioè le tv meno in salute. Nel mercato spagnolo la controllata di Mediaset potrebbe risentire dell’arrivo di un concorrente alla pari, dopo l’acquisizione di La Sexta da parte di Antena 3 (gruppo De Agostini), che potrebbe controllare il 42% del mercato pubblicitario iberico.

Fonte: Finanza&Mercati

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