Le Smart TV non si comprano più, si affittano. E in Italia sono 15 mln

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Il mercato delle Smart TV copia quello degli smartphone: arrivano gli abbonamenti alle piattaforme in streaming e alle pay-tv con il noleggio del dispositivo TV incluso. La novità arriverà in Italia il prossimo anno con Sky. Le TV connesse in Italia sono 15 milioni (fonte Iab Italia).

L’ultimo trend del momento del mercato dell’intrattenimento audiovisivo è stato lanciato negli USA da Comcast con i televisori XClass, e in Gran Bretagna da Sky con le smart TV Sky Glass a noleggio incluse negli abbonamenti delle pay-tv.

La nuova smart TV di Sky Uk propone wi-fi, app e contenuti pay tutto in un solo dispositivo, senza parabole e decoder. Un solo bottone senza neppure l’uso del telecomando, perché gestire e comandare il TV direttamente a voce, con i comandi vocali, iniziando con un semplice «Hello Sky», un po’ come Alexa.  « È una streaming TV che integra hardware, software e contenuti — ha precisato Dana Strong, la ceo del gruppo Sky, nella presentazione a Londra —. Una TV con sistema operativo Comcast e tutta la nostra offerta di programmi, più i servizi streaming di Netflix, Disney+, Bbc iPlayer, All4, Spotify e PlayWorks».

Gli inglesi sono leader nel consumo della tv online: Behind the Screens, uno studio rilasciato in ottobre sulle smart TV di Samsung, indica che il tempo dedicato alla visione in streaming supera ormai quello della TV lineare. E ora dal 18 ottobre nel Regno Unito è disponibile la nuova smart TV Sky Glass che si può comperare o noleggiare. Nuovo infatti il modello di business, ispirato alle offerte dagli operatori telefonici: anziché essere acquistata, la Sky Glass può essere compresa nelle formule di abbonamento mensile (da 13 sterline con la sola offerta Sky a 39 sterline con altri streaming-service).

In Italia Sky Glass arriverà nel 2022. Ma Sky Italia da settembre offre in wi-fi i programmi Sky Q, con altri servizi streaming, grazie a un piccolo box per portare il video online in ogni stanza.

Le tv connesse in Italia sono ormai 15 milioni, presenti nel 45% delle famiglie. «Per i due terzi sono smart TV, negli altri casi la connessione è con chiavetta USB, console o box», dice il rapporto White Paper Connected Tv del 7 ottobre di Iab Italia. Prevede che a fine 2022 (quando sarà quasi completato il passaggio al nuovo standard di trasmissione del digitale terrestre DVB-T2 iniziato il 20 ottobre) le TV connesse saranno in 18 milioni di case.

La grande spinta negli ultimi due anni è venuta dalla moltiplicazione dell’offerta streaming. Disney+ tallona ormai Netflix, seguita da Amazon Prime. E dal 28 ottobre dovrebbe arrivare in Italia Pluto Tv, con programmi gratuiti, sostenuti dalla pubblicità. La spesa media italiana per gli abbonamenti streaming è di 24 euro e se ne contano anche due-tre a famiglia. Ma il mercato Svod (subscription video on demand) potrebbe presto arrivare a saturazione, mentre sta crescendo l’Avod (advertising video on demand).

Il mercato pubblicitario è ancora piccolo sulle connected TV italiane, stimato fra i 130 e i 160 milioni per il 2021, ma si stanno aprendo grandi possibilità per gli inserzionisti. «La Connected TV è l’unione di due mondi: la TV tradizionale combinata al mondo digitale – osserva Sergio Amati, direttore generale di Iab Italia -. È una piattaforma che intercetta nuovi tipi di pubblico», individuale e collettivo insieme. Spiega Fabrizio Angelini, consigliere di Iab: «Il valore della TV connessa è di combinare la visione famigliare con l’interazione personale dei singoli. Occorrono quindi misurazioni più puntuali per attrarre gli inserzionisti. Oggi Auditel misura quanti video in streaming sono stati visti e per quanto tempo, ma non dice quante persone li hanno visti. A breve il digital Auditel permetterà misure più precise con personalizzazione e geolocalizzazione degli ascoltatori».

Anche Nielsen sta introducendo nuove misurazioni del video online con lo Streaming solution banner e lo Streaming content rating. La ricerca Advanced Tv Uncovered dell’11 ottobre di CoLab Media eFreeWhel, provider di video advertising di Comcast, ha rilevato le intenzioni degli inserzionisti e delle agenzie pubblicitarie in Uk, Germania, Francia, Italia e Spagna. La previsione? Per i prossimi 12 mesi un aumento dell’investimento pubblicitario del 5,2% sul Vod e del 9,5% sulle Connected Tv.

Fonte: Il Corriere della Sera Economia

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