La pay-tv del digitale terrestre Dahlia Tv va in liquidazione

Da un articolo di Simone Filippetti su ilsole24ore.com del 11/01/2011:

Il vaso di coccio stretto fra i due vasi di ferro ha finito per cedere. Su Dahlia Tv, la piattaforma del digitale terrestre che da poco più di un anno sfidava i giganti del calcio a pagamento, Mediaset e Sky, con un mix di programmi sportivi ed eros, è calato prematuramente il sipario.

La società sarà messa in liquidazione, anche se la programmazione per ora rimarrà immutata. Lo hanno deciso i soci riuniti in assemblea «preso atto – si legge in una nota – che è intervenuta una causa di scioglimento della società». L’assemblea ha «conseguentemente deliberato la nomina di un liquidatore con il compito di elaborare a breve un piano di liquidazione».

Ieri nel tardo pomeriggio si era tenuto il consiglio di amministrazione della pay tv in cui i soci (la famiglia svedese Wallenberg e TiMedia con circa il 10%) avrebbero dovuto decidere se allargare o meno i cordoni della borsa.

Il problema non è la riuscita commerciale del progetto, che anzi ha ottenuto successo tra il pubblico: la società, erede di La7Cartapiù, può contare infatti su oltre 800mila abbonati di cui 250mila attivi.

La questione invece riguarda la sostenibilità finanziaria: la crisi di Dahlia si è resa evidente la scorsa estate, quando la piattaforma ha perso, a favore di Mediaset Premium, i diritti tv delle tre squadre con più tifosi e bacino di abbonati: Palermo, Bologna e Fiorentina.

A quel punto i conti hanno iniziato a non tornare e il gruppo ha accumulato ritardi nei pagamenti dei fornitori, fra cui figura Filmmaster, società che si occupa della produzione dei programmi sportivi e controlla una modesta quota (circa il 7%) di Dahlia Tv. Le conseguenze si sono viste nelle ultime settimane del 2010 quando è stato deciso un taglio dei palinsesti e il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato.

Ora sembra che i Wallenberg (la famiglia più ricca di Svezia attiva nel ramo televisivo attraverso AirPlus) abbiano deciso definitivamente di abbandonare l’avventura italiana, condannando alla liquidazione una società già indebolita dalla riorganizzazione dei diritti tv sul digitale terrestre e dalla guerra dei prezzi fra Mediaset e Sky.

La fine di Dahlia però non riguarda solo i 150 dipendenti e i numerosi abbonati: con l’uscita di scena degli svedesi scompare anche l’unico, seppur modesto, concorrente di Mediaset sul digitale terrestre. Una mossa che consegna di fatto al gruppo di Cologno Monzese il dominio tecnologico della piattaforma.

La storia sembra ripetersi: AirPlus che è attivo in Svezia come Boxer e in Finlandia come Plus TV, era sbarcato nel 2009 anche sul mercato spagnolo. Il brand è lo stesso, poco fortunato, utilizzato in Italia. Solo che la sorella iberica di Dahlia è riuscita a fare ancora peggio: dopo la prima fase di avvio il canale ha dovuto chiudere ancor prima di iniziare le trasmissioni.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha fatto sapere di aver attivato i suoi uffici per contattare il management della società Dahlia Tv allo scopo di salvare la permanenza di questa realtà imprenditoriale. Ma nessuno crede all’eroico salvataggio.

Il passivo dell’azienda ammonta a 70 mln di euro  nel solo 2010. Ma la ricapitalizzazione da 150 mln proposta per risanare i conti  della pay-tv è stata bocciata nel Cda dal socio di maggioranza Air Plus Tv. Le ragioni della rinuncia degli investitori svedesi pare alquanto strana, ma spiegabile. Questo il comunicato del Cda:

A seguito del mutato scenario di mercato che ha reso insostenibile lo sviluppo del proprio business, gli Azionisti di Dahlia Tv hanno deciso di mettere in liquidazione la Società. Non sono ancora state assunte decisioni in merito alla prosecuzione delle trasmissioni, che per il momento seguiranno la normale programmazione.

Per “mutato scenario del mercato” si intende semplicemente la nascita dell’ennesimo monopolio italiano della tv (questa volta a pagamento) nella piattaforma digitale terrestre. Monopolio costruito e dominato da Mediaset Premium, con l’aiuto a dir poco interessato di governo e ministeri, che ha acceso l’unica ed esclusiva competizione con Sky, il monopolista del satellite. Dahlia Tv è rimasta in mezzo, stritolata dalla concorrenza istituzionale e di un mercato tra colossi che va al di là delle piattaforme tv.

L’azienda di Cologno Monzese è ancora in svantaggio sul mercato pay. Punta a raggiungere il numero di abbonati di Sky, ma perde fortemente terreno sulla battaglia dell’acquisizione dei diritti tv e dell’offerta di contenuti in esclusiva. Recentemente infatti Sky le ha soffiato i diritti della Champions League per il triennio 2012/2015. Le contromosse di Mediaset hanno portato la pay-tv della famiglia Berlusconi a optare per un ribasso dei prezzi e ad acquisire i diritti tv, grazie ai favori della Lega Calcio guidata da Adriano Galliani, di nuove squadre del campionato di calcio, soffiandole logicamente all’unico competitor sulla piattaforma del digitale terrestre. La vera guerra delle pay-tv si gioca quindi esclusivamente fra questi due soggetti, e tenderà in futuro a schiacciare inesorabilmente qualunque società che si porrà tra le parti.

Aggiornamento 15/01/2011: Crisi Dahlia Tv, l’unica possibilità di salvezza si chiama Telecom Italia

16 thoughts on “La pay-tv del digitale terrestre Dahlia Tv va in liquidazione

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  2. Lo sgambetto di Mediaset costato caro così si spaventano gli investitori esteri (La Repubblica)

    Nel giugno scorso un cambio di regolamento della Lega all´ultimo minuto ha fatto perdere a Dahlia i diritti su Fiorentina, Palermo e Bologna. Le speranze di potersi aggiudicare un mux sono state vanificate dai ritardi del governo In meno di due anni buttati al vento 65-70 milioni per conquistare 300 mila abbonati

    MILANO – Se ne vanno disgustati dal mercato televisivo italiano dopo meno di due anni di presenza e con perdite che complessivamente ammontano a 65-70 milioni di euro. È questo il risultato, a dir poco disastroso, dell´avventura degli investitori svedesi Air Plus e Provider, e del fondo americano Highbridge, sul mercato della pay tv sul digitale terrestre, iniziata nella primavera 2009 dopo aver acquisito da Telecom Italia Media un pacchetto di diritti Tv per otto squadre di serie A e per tutta la serie B.
    Con un bouquet fatto anche di documentari e di cinema erotico il piccolo concorrente sul digitale a pagamento di Mediaset, nel suo primo anno di vita, ha raccolto un buon numero di abbonati, che oggi arrivano a circa 300mila. Ma il meccanismo si è rotto all´inizio della scorsa estate quando si è cominciato a discutere con la Lega Calcio dei diritti “collettivi” delle squadre per gli anni 2010-2012. La sola presenza di Dahlia fino a quel momento ha fatto comodo a Mediaset, in quanto le ha permesso di presentarsi alla gara non da monopolista sul digitale, al contrario di Sky sul satellitare. Uno status che ha comportato uno sconto di 150-180 milioni sul totale degli incassi da diritti (circa 800 milioni) che la Lega aveva deciso di ottenere. Quindi lo sgambetto: poche ore prima dell´asta la Lega modifica il meccanismo di assegnazione su consiglio, si dice, del vicepresidente del Milan e della Lega Adriano Galliani. Così Mediaset invece di scegliere per prima solo le prime otto squadre e poi lasciare a Dahlia la scelta delle seconde sei, può portarsi a casa subito le prime dieci squadre mentre al concorrente vengono lasciate le seconde quattro. In questo modo Dahlia perde tre squadre, Fiorentina, Palermo e Bologna, ricche sotto il profilo del numero dei tifosi e necessarie a giustificare il prezzo dei diritti acquistati. Tutto ciò nonostante le raccomandazioni verbali dei vertici del Biscione a lasciare inalterata la composizione delle squadre rispetto alla stagione precedente.
    In sostanza a Dahlia viene tolto ossigeno vitale per la sopravvivenza con un giochetto sottobanco ma regolare sotto il profilo formale. Inoltre, proprio in estate, parte una forsennata guerra dei prezzi tra Mediaset Premium e Sky che nasce da motivazioni diverse ma che ha un unico risultato, quello di disincentivare ulteriormente i concorrenti dalle spalle più fragili. Gli svedesi di Air Plus, a un certo punto, speravano ingenuamente di assicurarsi un multiplex per la trasmissione in digitale attraverso la gara per i nuovi entranti che il governo si è impegnato a fare di fronte alla Ue. Ma tale gara, come è noto, continua a essere rimandata per il ricorso che il governo ha avanzato nei confronti della partecipazione di Sky. Insomma, dopo un primo anno di attività incoraggiante, per Dahlia le porte del mercato italiano si sono improvvisamente chiuse tanto da indurre investitori esteri di un certo livello a scappare a gambe levate. Hanno constatato che in Italia il conflitto di interessi di Berlusconi, primo ministro e operatore dominante della Tv attraverso la proprietà di Mediaset, è un ostacolo troppo grande per chiunque. E l´intervento in extremis di ieri del ministro Romani, fedelissimo di Berlusconi, suona come l´ultima delle beffe.

  3. Aduc: Dahlia Tv in liquidazione. Rischio beffa per gli utenti: pronti ad interrompere i pagamenti

    Dahlia Tv è in liquidazione e ora a rischiare sono gli utenti/tifosi che hanno già pagato per vedere tutte le partite del campionato (di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria, Udinese, per la Seria A, e tutta la Serie B).
    Se i cattivi presagi si concretizzassero, questi utenti/tifosi aggiungerebbero a quelli di Fiorentina e Palermo, già beffati da Dahlia: avevano accettato abbonamenti annuali dietro la promessa di vedere le partite delle proprie squadre, poi trasmesse da altra emittente sul digitale terrestre. La società ha promesso più volte il rimborso, ma non sappiamo se alle parole sono seguiti assegni.

    Consigli. Agli utenti Dahlia consigliamo di interrompere i pagamenti (e i relativi addebiti in banca) se le trasmissioni fossero sospese. Purtroppo supponiamo che molti abbiano pagato l’intera stagione in anticipo. In questo caso occorre intimare il rimborso tramite raccomandata a/r, ma l’effettivo rimborso è poco probabile.
    In Dahlia arriverà un liquidatore che presumibilmente se ne infischierà degli utenti paganti, mentre tutelerà gli interessi di chi ha investito nel capitale della società. È compito delle autorità (calcistiche, governative) far sì che ciò non accada.
    Questa vicenda è l’ennesima conferma che il sistema televisivo italiano è castrato da una regolamentazione che favorisce il duopolio (Rai-Mediaset), a cui resiste solo Sky (le emittenti locali sono attaccate ai finanziamenti elargiti dalla partitocrazia locale e nazionale). Questo nonostante la televisione raccolga gran parte delle risorse pubblicitarie, oltre agli abbonamenti per la pay tv.

  4. TI Media, rimpiazzare subito Dahlia per sostenere investimenti in La7
    Di Diana Bin (MF)

    Telecom Italia Media ha chiuso sulla parità la seduta odierna a fronte di un mercato in solido rialzo. Dopo un’incursione in positivo nella mattinata, il titolo, che ieri era crollato dell’11,83%, ha archiviato la giornata di contrattazioni poco mosso a quota 0,19 euro. Il management della società ha fatto sapere oggi che Dahlia tv, primo cliente di Telecom Italia Media per la divisione network operator, pesa per circa 24 milioni di euro sui ricavi 2010 del gruppo, precisando che il dato emerge dalle “stime ad oggi delle evidenze economiche dell’esercizio 2010”.

    Gli effetti economico-patrimoniali relativi allo scioglimento della rete televisiva saranno comunque inseriti nella proposta di bilancio al 31/12/2010 della controllata di Telecom, che sarà approvata dal Consiglio di Amministrazione entro il prossimo febbraio. TI Media, che nei giorni scorsi ha perduto anche Sportitalia, prevede di riuscire a sostituire in tempi brevi i clienti persi. Una eventuale sostituzione di Dahlia sarebbe positiva per TI Media, hanno osservato gli analisti di Intermonte (rating underperform con target price a 0,2 euro).

    “Ma resta da vedere a quale prezzo e se Ti Media otterrà il pagamento dei crediti che vanta”. Banca Leonardo ha tagliato il rating sul titolo da buy a underweight e il target price da 0,4 a 0,18 euro dopo la messa in liquidazione di Dahlia Tv. Gli analisti hanno anche abbassato le loro stime di Ebitda 2010 del 30% per includere svalutazioni più alte e quelle sul biennio 2011-2012 in media del 45% dal momento che Dahlia era il cliente principale dell’azienda.

    “Dopo la perdita di Sportitalia, ora TI Media sta perdendo un altro importante cliente nel business dell’Operatore di Rete, lasciando molti dubbi sulla sostenibilità degli attuali prezzi di affitto delle frequenze digitali e quindi del valore del multiplex”, hanno aggiunto a Banca Leonardo.

    Mediobanca stima che la liquidazione di Dahlia avrà un impatto sull’Ebitda di TI Media di circa 13 milioni, a fronte di un Ebitda di gruppo 2011 visto a 21 milioni di euro, mentre la perdita di Sportitalia pesa per circa 8 milioni. “In attesa di nuovi dettagli su Dahlia o su un eventuale nuovo cliente, reiteriamo la raccomandazione underperform con target price a 0,23 euro su TI Media”, hanno affermato gli analisti della banca, ricordando che la divisione network operator della società “necessita di profitti per sostenere gli investimenti nel canale La7”.

  5. Federconsumatori chiede tavolo confronto per Dahlia Tv

    (Teleborsa) – Roma, 12 gen – La crisi in cui si trova Dahlia Tv desta molta preoccupazione. A sostenerlo Federconsumatori in un nota.
    Non solo per quanto riguarda la perdita di posti di lavoro che produrrebbe la sua eventuale chiusura, ma anche perché verrebbe a mancare un importante elemento di concorrenza in un settore in cui ve ne è estremo bisogno, oltre, ovviamente, alla questione relativa al problema che si porrebbe per gli attuali clienti di tale piattaforma.
    Per questo chiediamo un intervento immediato del Ministero, affinché si disponga un tavolo di confronto con lo scopo di dare risposte concrete e risolvere nella maniera migliore tale situazione

  6. TV: ADOC, DAHLIA TV GARANTISCA LA REGOLARE PROGRAMMAZIONE ALMENO FINO AL TERMINE DELLA STAGIONE SPORTIVA

    (AGENPARL) – Roma, 12 gen – Con l’annunciata messa in liquidazione di Dahlia Tv per Adoc sono a rischio i diritti degli oltre 300 mila abbonati alla piattaforma televisiva presente sul digitale terrestre.

    “Dahlia Tv deve attrezzarsi fin da subito per tutelare i suoi abbonati, garantendo la regolare programmazione almeno fino al termine della stagione sportiva – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – sono centinaia gli abbonati-tifosi che ci hanno chiamato preoccupati per le sorti del loro abbonamento. Dahlia possiede in esclusiva i diritti televisivi sul digitale terrestre delle partite di otto squadre di serie A e di tutta la serie B. Interrompere o ridurre drasticamente il servizio offerto arrecherebbe un grave danno a tutti gli abbonati. Pertanto i dirigenti di Dahlia devono assicurare e garantire i loro clienti sul servizio predisposto, o provvedano immediatamente al rimborso di quanto pagato. Come Adoc, ad ogni modo, restiamo disponibili ad un incontro con Dahlia Tv per affrontare congiuntamente il problema”.

  7. Dahlia Tv, Romani si attiva per trovare un compratore

    Secondo il quotidiano MF – Milano Finanza il ministro dello sviluppo economico Romani si sarebbe attivato per trovare un compratore alla società Dahlia Tv ormai in liquidazione.
    Il ministro pochi giorni fa ha affermato: “Riteniamo fondamentale che in Italia ci sia il pluralismo televisivo per tutte le componenti, anche minori, come Dahlia”. Sarebbe perciò alla ricerca di un’azionista forte che eviti lo smembramento della pay-tv con i suoi 150 dipendenti e che paghi pure tutti i debiti accumulati.
    Sempre secondo il quotidiano finanziario la decisione di un’eventuale cessione però non potrà prescindere dalle scelte dell’ex-proprietario e azionista di minoranza TI Media, che affitta a Dahlia le proprie frequenze tv.

    Le ipotesi di possibili acquirenti si sprecano.

    Secondo gli esperti, non è pensabile che dopo l’uscita di Air Plus Tv (che in agosto aveva partecipato all’aumento da 51,4 milioni e ottenuto da Unicredit un finanziamento da 30 milioni comunicando al contempo ai dipendenti di Dahlia Tv la volontà di tagliare fino al 50% le retribuzioni), si assisterà realmente al black out informativo di 15 canali. Una delle prime ipotesi porta all’apertura della procedura di concordato preventivo per l’azienda che occupava in totale 150 dipendenti. In questo modo, il liquidatore potrebbe decidere di separare le attività creando una bad company nella quale far confluire la gestione finanziaria e una good company nella quale collocare gli asset televisivi.

    Del resto, si sostiene da più fonti, Dahlia Tv ha un suo appeal commerciale avendo attivato 800 mila tessere pay (300 mila delle quali sotto forma di abbonamento). In questo contesto, potrebbe tornare in azione TiMedia che aveva venduto ad Air Plus la maggioranza dell’emittente e che passano dalla procedura acquisirebbe le attività editoriali a costo zero. Al boccone mirano gli americani del fondo Constellation, azionisti della stessa Air Plus, e persino Sky Italia che si era avvicinata alla tv in liquidazione già in autunno. Più improbabile l’irruzione sulla scena di Mediaset che comunque era stata a un passo dalla definizione di un accordo commerciale per portare sull’offerta Premium i canali Dahlia.

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