Onofrio Introna, referente per la radio-telediffusione della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, chiede un incontro urgente col neoministro allo sviluppo economico Corrado Passera «per rappresentare l’allarme che si leva dal sistema delle televisioni locali, presidio irrinunciabile di democrazia e pluralismo».
Introna ha infatti illustrato il contenuto di una nota inviata al neoministro del governo Monti, intervenendo a Pescara alla conferenza stampa di presentazione del nuovo coordinatore dei Comitati regionali per la comunicazione, il presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci. Nella lettera, il presidente del Consiglio regionale pugliese, in qualità di responsabile nazionale dei Corecom, riassume i motivi di preoccupazione delle emittenti private, già penalizzate dalle esigenze di ammodernamento tecnico imposte dal passaggio al digitale terrestre. La Legge statale di Stabilità non ha riconosciuto alle antenne locali il 10% dei ricavi in eccesso dei 4 miliardi di euro ottenuti dalla vendita delle frequenze e le stesse tv hanno visto sfumare altri 160 milioni di euro, a titolo di ”ristoro” della perdita delle frequenze migliori. Il Governo nazionale ne ha cedute nove all’asta ai gestori di telefonia mobile, spiega Introna, «di fatto espropriando le emittenti locali. Nello stesso tempo, ha assicurato 6 canali di qualità a Rai e Mediaset, lasciando all’emittenza privata frequenze disturbate», che irradiano un segnale scadente.
Il testo unico 177/2005 prevedeva invece l’assegnazione alle locali di 1/3 delle 27 frequenze di qualità, non soggette a interferenze. «Tanto non è stato rispettato – rileva ancora Introna – e giustificherebbe un equo indennizzo: democrazia e pluralismo non possono essere lasciate solo al duopolio Rai-Mediaset». Il comparto si è ulteriormente indebolito con la riduzione dei fondi del DM 292/2004. Quanto all’assegnazione alle ”private” dei 3/4 della quota del canone Rai di competenza statale (per un totale ad oggi pari a 270 milioni), il piatto dell’emittenza piange. «Nel passato – fa sapere sempre il referente della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali – le annualità da ripartire non hanno superato i 150milioni di euro, poi ridotti a 130 e 110, ma per il 2010 sono stati liquidati 65 milioni e solo in questi giorni», gli altri 50 saranno erogati alle tv ‘’spalmati” in tre anni. Nuovo taglio nel 2011, che ha in dote solo 100 milioni di euro.
A tutto si aggiunge il problema della numerazione dei canali per il digitale (LCN), che sta sollevando contestazioni e un ingente contenzioso. Sono «nodi dai quali dipende il futuro delle antenne locali e sui quali le Regioni non sono state consultate, nonostante il carattere concorrente della materia», sottolinea il presidente Introna, che rivendica l’applicazione delle norme e sollecita «la modifica del bando della legge 448/1998 e del regolamento del DM 292/2004, alla luce dell’introduzione del digitale». Da qui l’esigenza di un incontro, chiesto da Introna al ministro Passera, per «affrontare i problemi, fare chiarezza e avviarli a soluzione, nello spirito della collaborazione istituzionale, del pluralismo, della democrazia e per garantire a tutte le voci libere di esistere». (Asca)