Il Cipe sblocca una parte dei fondi per lo sviluppo della banda larga

Forse si muove qualcosa sul fronte della lotta al digital divide italiano. Il Cipe (il Comitato ministeriale per la programmazione economica) ha deciso di sbloccare 1,4 miliardi di euro per lo sviluppo della banda larga sul territorio. La somma dei fondi sarà costituita da 800 milioni programmati e poi bloccati nel Piano Romani e 600 milioni provenienti dagli enti locali.

Inoltre il Ministero dello sviluppo economico dipartimento per le comunicazioni e l’UPI (Unione Province d’Italia) hanno firmato in questi giorni un Protocollo d’intesa per promuovere attività di sviluppo, informazione, formazione e sensibilizzazione per la realizzazione delle reti a banda larga e la riduzione del digital divide.

Il Piano Nazionale Banda Larga del viceministro Romani, dopo aver preso contatti e stretto accordi con quasi tutte le regioni italiane, ha definito un progetto con le 110 province italiane che secondo le stime del Ministero dovrebbe portare connessioni internet di almeno 2 Mb ai 3,2 milioni di italiani attualmente tagliati fuori dai servizi di internet veloce.

Per ora comunque è tutto sulla carta. E la recente maxi-inchiesta avviata dalla procura di Roma sul riciclaggio della società Telecom Italia Sparkle, che coinvolge indirettamente Telecom e Fastweb, mette a repentaglio gli accordi tra il Ministero per le comunicazioni e le società telcom private che avrebbero il compito di cablare il paese. Lo stesso viciministro Romani ha auspicato che la vicenda non pregiudichi lo sviluppo dei progetti avviati dagli operatori per la messa in opera delle nuove reti.

Attualmente il nostro paese è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda l’accesso a internet tramite la banda larga e rimane in uno stato di profondo divario digitale strutturale e di alfabetizzazione informatica.

Un recente studio di AW Trends, in un report della Ricerca di Base sulla diffusione di internet in Italia, realizzato da Audiweb in collaborazione con DOXA, su un campione di 10000 interviste con questionari, rivela i dati sull’accesso alla rete degli italiani nel 2009:

  • Il 64,6% dei residenti tra gli 11 e i 74 anni (quasi 31 milioni) dichiara di avere un accesso a internet da qualsiasi luogo (casa, ufficio, studio, altri luoghi) e attraverso qualsiasi device. Rispetto al 2008 gli italiani che navigano sono aumentati di 2,9 milioni(+10,4%).
  • Solo il 51,9% delle famiglie italiane ha accesso da casa a internet da qualsiasi device, e di questa percentuale solamente il 71,6% ha un abbonamento a banda larga flat (ADSL o cavo/fibraottica). Rispetto al 2008 l’accesso alla banda larga ha un calo del 2,3%, mentre aumentano gli accessi tramite le internet key della telefonia cellulare.
  • Il livello di istruzione è un fattore determinate perchè è altissima la percentuale di laureati e studenti  ad alto livello che hanno accesso alla rete. Mentre ancora gli uomini hanno accesso più delle donne, un dato in netta controtendenza mondiale e tutto molto “italiano“. Hanno accesso alle tecnologie della rete telematica il 69,1% dei laureati occupati, il 78,2% dei dirigenti, quadri o docenti universitari e il 68,6% degli imprenditori e liberi professionisti, impegnati principalmente nei settori finanziario-assicurativo (78,8% dei casi), professionale/scientifico e tecnico (78,3%), nei servizi di informazione e comunicazione (67,6%) e nell’amministrazione pubblica o nella difesa (62,9%).
  • Cresce molto la disponibilità di accesso alla Rete da dispositivi mobili – cellulare, smartphone e PDA – indicata dal 9% della popolazione italiana tra gli 11 e i 74 anni (4,282 milioni), il 47,5% in più, confermando il forte slancio di questo mercato. Solo il 25,6% dei possessori di un dispositivo mobile utilizza il telefono per navigare, e lo studio ha rilevato che l’utenza mobile è sempre contraddistinta da un alto redditto e una buona istruzione (imprenditori, manager, laureati).
  • Per quanto riguarda la distribuzione geografica, resta confermata una diffusione carente in tutte le aree con percentuali di penetrazione simili per il Centro (69,6%), il Nord-Est (67,4%) e il Nord-Ovest (67,4%) e un dato inferiore ma in tiepida crescita per il Sud e le Isole (58,4%). Altra caratteristica tutta italiana è la tendenza ad avere maggiore disponibilità di accesso a internet al crescere del numero di abitanti del centro urbano.
  • Il campione intervistato afferma che usa la rete per reperire qualsiasi tipo di informazione (47,2%), accedere velocemente ai servizi pubblici e privati a distanza (29,5%), trovare cose disponibili solo sul Web (26,2%), essere informati in tempo reale su notizie di cronaca (20,8%), mettersi in contatto con molte persone in qualsiasi parte del mondo (20,2%), rendere più efficaci e divertenti il lavoro e lo studio (19,3%), risparmiare tempo e denaro (18,4%) e divertirsi a surfare (14,6%).
  • Tra i cittadini che non accedono a internet il 58,8% non sa utilizzare il computer, e il 7,3% preferirebbe essere aiutato, Il 15,8% è convinto che per usare la rete ci vogliano conoscenze informatiche superiori. Un dato che è sorprendentemente cresciuto rispetto al 2008, e che fa davvero riflettere sulla carenza di conoscenza e sull’arretratezza e l’analfabetismo informatico italiano.

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