Google sfida la Tv: YouTube è sempre più televisione

Arriva la riscossa di Google contro i media broadcaster. Direttamente da Mountain View, secondo fonti interne, sono pronti 100 milioni di dollari per trasformare una parte della piattaforma di condivisione video YouTube in una Web Tv con ben 20 canali tematici. Obiettivo ultimo: strappare telespettatori alle grandi televisioni mainstream e con essi una buona parte di mercato pubblicitario.

I nuovi canali tematici trasmetteranno per 20 ore alla settimana contenuti originali dall’arte allo sport, oltre ai soliti video amatoriali, e dovrebbero essere accessibili direttamente in home page. Con questa mossa strategica Big G spera di creare un pubblico di nicchia affezionato ai video e alle trasmissioni delle nuove tv, in uno scenario di mercato della televisione via Internet in netta evoluzione. Google ha già preso contatto con alcune società di produzione hollywoodiane (Creative Artists, Willima Morris Endeavor e International Creative Management) che avranno il compito di creare i canali.

In questo modo il colosso di Brin&Page potrebbe entrare in diretta concorrenza con i network tv tradizionali, ma anche e soprattutto con le piattaforme on demand di video e tv in streaming che crescono costantemente nel mercato USA. In un contesto animato da Netflix, forte dell’acquisto di alcune serie tv di successo e prossimo allo sbarco in Europa, a Hulu, che ha quasi raggiunto il milione di abbonati e lavora con 264 fornitori di contenuti,  fino alla recente acquisizione da parte di Dish Network di Blockbaster. Senza dimenticare gli investimenti per la distribuzione di contenuti televisivi e cinematografici da parte di Amazon, Apple e Facebook (che ha recentemente siglato un accordo con Warner).

L’ingresso di YouTube nella tv Over The Top, che accompagna il lancio tardivo di Google Tv, potrebbe generare 800 milioni di dollari secondo Citygroup, e sarebbe una sorta di riscossa contro i numerosi problemi di violazione dei diritti delle trasmissioni coperte da copyright che hanno colpito Google in questi anni, attraverso una soluzione a metà strada tra i contenuti in condivisione generati dagli user e la programmazione classica braodcasting.

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