Fusione Mediaset-DMT: l’Antitrust indaga per abuso di posizione dominante

Era atteso un controllo sulla nascita del più grande operatore di rete broadcasting in Italia. Un’indagine che l’Antitrust ha deciso infatti di avviare ieri per verificare se l’acquisizione di Digital Media Technologies (DMT) da parte di EI Towers di Elettronica Industriale (detenuta da RTI, gruppo Mediaset ) possa determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radio diffusione televisiva e un’ostacolo all’ingresso di nuovi concorrenti nel mercato tv.

L’operazione di fusione partita diversi mesi or sono consiste nell’acquisizione del controllo esclusivo di DMT di Alessandro Falciai da parte di EI Towers (di Elettronica Industriale, la società che si occupa della realizzazione, manutenzione e gestione delle reti con le quali sono diffusi la maggior parte dei servizi televisivi del Gruppo Mediaset), per la creazione di un colosso da 800 milioni di euro (con DMT detenuto da Mediaset al 66%), e che potrà avere in gestione un parco di 3000 torri di trasmissione, di cui 2300 di proprietà.

Per effetto dell’operazione, scrive l’Antitrust, “EI controllerà un parco di infrastrutture ubicate in oltre 2.000 siti capillarmente dislocati sull’intero territorio nazionale dove l’unica altra tower company attiva a livello nazionale è Rai Way, società del gruppo Rai che tuttavia fornisce ospitalità a operatori terzi solo in misura limitata. Alla luce dell’integrazione verticale del gruppo Mediaset, la concentrazione appare determinare conseguenze concorrenziali nei mercati a valle”.

Per l’Autorità Garante del mercato presieduta da Antonio Catricalà, Mediaset con EI “potrebbe infatti avere sia la capacità che l’interesse ad ostacolare e/o limitare l’accesso alle infrastrutture da parte degli operatori di rete concorrenti e, di conseguenza, l’attività di fornitori di servizi di media audiovisivi rivali attivi nel mercato della raccolta pubblicitaria televisiva e/o nel mercato della pay-tv“. In particolare si teme che Mediaset controllando l’80% della rete di torri di trasmissione tv possa ostacolare anche i nuovi operatori che potranno entrare nel mercato televisivo del digitale terrestre, come Sky, la sua maggiore e forse unica e vera rivale, che si appresta ad acquisire un multiplex nel celebre concorso di bellezza (la gara pubblica a beauty contest) che sta per regalare 5 frequenze DVB-T (più una DVB-T2 o DVB-H) agli operatori tv.

I dubbi dell’Antitrust si soffermano sul fatto che Mediaset, grazie al controllo delle torri, avrebbe il potere di impedire l’uso delle stazioni di trasmissione alla concorrenza, o potrebbe ostacolarne l’accesso o l’utilizzo indipendente, o ancora sarebbe in grado di fare poca manutenzione, in modo da inibire la corretta diffusione dei programmi degli altri operatori televisivi nazionali.

In attesa del giudizio dell’Antitrust il 14 ottobre si riunirà l’assemblea dei soci DMT per dare l’ultimo e definitivo via libera alla fusione.

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