Ei Towers punta al polo europeo

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Ei Towers punta a espandersi in Europa. Punto di partenza: acquisire Rai Way per consolidarsi su scala continentale. Lo scrive oggi MF.

La società delle torri di Mediaset (che ne detiene il 40%), che ha lanciato l’offerta di acquisto e scambio almeno sul 66,7% di Rai Way, è in attesa delle risposte dell’indagine avviata dall’Antitrust, che dovrà infatti valutare entro 15 giorni se aprire un’istruttoria sull’operazione di concentrazione.

«A breve, sicuramente entro questa settimana, faremo le valutazioni sui chiarimenti richiesti a Ei Towers in merito all’opas Rai Way», ha dichiarato oggi Giovanni Pitruzzella. Il procedimento se avviato durerà 45 giorni, prorogabile per un massimo di 30. In seguito, l’Agcm potrà vietare o meno l’opas oppure autorizzarla, ma obbligando i player a sottostare a una serie di vincoli per scongiurare effetti anti-concorrenziali, come accaduto all’epoca della fusione tra Dmt e la stessa Ei Towers.

Nel frattempo si è messa in moto la macchina dell’offerta di acquisto e scambio. E in attesa di capire le mosse dell’asset delle torri Rai, che giovedì riunirà molto probabilmente il cda per l’approvazione dei conti del 2014 e forse per la nomina degli advisor, Ei Towers ha già adempiuto ai propri obblighi in vista dell’assemblea straordinaria del prossimo 27 marzo, con la quale darà l’avvio formale all’opas.

Come emerge dai documenti dell’operatore di rete controllato dal Biscione depositati in vista dell’adunanza degli azionisti, risulta che «sulla base delle analisi del cda, i consiglieri hanno ritenuto di determinare il prezzo di emissione delle nuove azioni dell’aumento di capitale in 45,83 euro per azione». Questo perché l’opas è mista: parte in contanti (3,13 euro per azione, corrispondente al 69% della valutazione complessiva di Rai Way ) e parte in azioni di nuova emissione proprio di Ei Towers (0,03 euro, pari al 31% della valorizzazione totale).

E proprio nell’ambito di questo progetto Mauro Bini, docente dell’Università Bocconi di Milano, nella sua perizia su Rai Way ha individuato in 1,233 miliardi (4,53 euro per azione) «il valore complessivamente attribuibile alle 272 milioni di azioni potenzialmente conferibili in adesione all’offerta di acquisto e scambio» lanciata e comunicata al mercato lo scorso 24 gennaio.

Dal punto di vista industriale, nella documentazione di Ei Towers si delineano ancora meglio le linee strategiche dell’operazione «finalizzata alla creazione di un grande operatore unico nazionale nel settore delle infrastrutture destinate all’ospitalità degli apparati televisivi e radiofonici, in grado di svolgere un ruolo rilevante anche nel settore delle telecomunicazioni ». Guardando magari, in un secondo momento, a quelle torri che Telecom sta per quotare, dopo che Abertis ha rilevato quelle di Wind. Senza trascurare poi il fatto che sul mercato potrebbero finire le infrastrutture di Persidera, la joint venture tra TI Media e il Gruppo L’Espresso.

Inoltre, «la creazione di un operatore nazionale integrato potrebbe svolgere una funzione di stimolo del processo in atto in tutti i mercati europei, dove gli operatori mobili, per migliorare l’efficienza, valutano l’opportunità di concentrarsi solo sul core business e reperire risorse mediante la cessione o l’esternalizzazione dell’infrastruttura».

Del resto nei principali mercati europei c’è un solo operatore di rete: Tdf in Francia, Abertis Telecom in Spagna, Arqiva nel Regno Unito e Media Broadcast in Germania. In termini invece di digital divide, «l’operazione consentirà di porre rimedio all’attuale situazione di inefficiente moltiplicazione infrastrutturale dovuta alla presenza di due grandi operatori (2.300 torri sia per Rai Way che per Ei Towers) sul territorio nazionale». In caso di via libera del mercato, dei soci, della Rai e dell’Antitrust, «la copertura del territorio nazionale mediante una infrastruttura che potrà contare su circa 5mila postazioni incrementerà notevolmente il valore del servizio offerto dalla nuova realtà industriale ai clienti esistenti e potenziali».

Il sottosegretario allo Sviluppo, Antonello Giacomelli, rispondendo oggi alle domande dei parlamentari, ha affermato in merito: «Continuo a pensare che finchè è in corso la procedura è meglio non parlare, ma una volta che si è chiusa questa fase nulla questio a parlare dei modelli», «io non sono spaventato dall’operatore unico nazionale».

Ieri è emerso che Ei Towers ha risposto all’Antitrust, dopo che quest’ultima aveva dato alla società cinque giorni di tempo per integrare le informazioni già trasmesse, in quanto «gravemente incomplete e non idonee a consentire una compiuta valutazione» dell’opas. Anche alla luce delle integrazioni fornite, l’Antitrust valuterà se sarà il caso di aprire un’istruttoria (durata massima di 45 giorni). Se, al termine di questa, la concentrazione Ei Towers-Rai Way dovesse essere ritenuta idonea a eliminare o restringere in modo sostanziale e durevole la concorrenza, l’Antitrust potrà vietarla o autorizzarla subordinatamente all’adozione di misure in grado di rimuovere gli effetti anti-concorrenziali.

Fonti: Agi | MF | corrierecomunicazioni.it

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