Discovery cresce nella raccolta degli spot

Il mercato televisivo invia timidi segnali di ripresa. Discovery, il vero terzo polo della televisione italiana, cresce, se pur di poco rispetto al duopolio Rai-Mediaset, nella raccolta degli spot. La sua concessionaria Discovery Media, che raccoglie i canali del gruppo (tranne K2, Frisbee e Gxt, affidati a Prs), rileva un’accelerazione degli investimenti pubblicitari a partire dal mese di giugno.

«Nel 2013 stavamo già crescendo parecchio», spiega Giuliano Cipriani intervistato da ItaliaOggi, direttore generale di Discovery Media, «con un incremento in doppia cifra per Real Time, un balzo ancor maggiore per Dmax, e ottime performance pure sul satellite coi brand Discovery. Ma da giugno abbiamo rilevato un flesso ulteriormente positivo, che interesserà anche luglio e probabilmente agosto. E abbiamo ottime previsioni per l’autunno».

Il polo Discovery, compresi gli ex canali di Switchover Media (il closing dell’operazione è previsto a fine luglio), vale in giugno il 6,4% di share sul target individui, e il 7,6% di share sul segmento 20-49 anni. Numeri notevoli, e che potrebbero salire ancora in autunno. Real Time, il canale più importante del portfolio Discovery, è all’1,95% di share (+17% anno su anno), Dmax all’1,4% (+79%), Giallo allo 0,95% e Focus allo 0,6%. K2 e Frisbee, destinati a un pubblico giovane, raggiungono il 9% sul target 4-14 anni.

Nel bilancio del 2011 la raccolta pubblicitaria del gruppo Discovery in Italia era a quota 32,2 milioni di euro. «In questi mesi», dichiara Cipriani su ItaliaOggi, «c’è una accelerazione della raccolta pubblicitaria su K2, Frisbee e Gxt, siamo molto soddisfatti del lavoro che sta facendo la concessionaria Prs, che ha un know-how specifico su quel target, e il rapporto con loro va avanti in maniera eccellente ». Anche grazie al lavoro di una agenzia creativa interna a Discovery Media, il 16% dei ricavi della concessionaria arriva da operazioni di brand partnership, cioè iniziative che vanno al di là del semplice acquisto di uno spazio pubblicitario. «Nei primi sette mesi del 2013 abbiamo a bordo circa 400 clienti inserzionisti, 150 in più rispetto al 2012. Ed esistiamo, come concessionaria, da meno di due anni».

Il gruppo Discovery era anche tra quelli ipotizzati come possibili acquirenti prima di La7 (per il tasto 7 del telecomando), e poi del 51% di Mtv Italia (per il tasto 8). La7, tuttavia, è finita a Urbano Cairo, e Mtv è ora al 100% di Viacom. Sulla guerra mondiale tra Google e gli editori per la diffusione online dei contenuti, «noi di Discovery siamo coperti da un accordo internazionale con Google. Ma nella nostra priorità c’è lo sviluppo della fruizione dei contenuti del gruppo Discovery all’interno delle nostre piattaforme online. Dobbiamo valorizzare le nostre properties, ispirarci, per esempio, a quanto fatto da Mtv all’inizio della sua storia in Italia». Dove il valore percepito del brand è sempre andato al di là delle effettive audience. Non per nulla ieri il 51% di Mtv Italia è passato di mano valorizzandolo 300 mila euro.

Fonte: ItaliaOggi

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