Sulla vetta c’è Google. Inscalfibile, con il suo miliardo e 200 milioni di visitatori unici mensili. Poi vengono Microsoft (il cui bouquet di siti totalizza 878 milioni di utenti) e Facebook (con 797 milioni).
Ma la top ten dei siti più cliccati al mondo, elaborata dalla società di analisi Statista sui dati raccolti da comScore nel luglio 2013, non è tutta made in Usa. Anzi: nella lotta per dominare la Rete, l’esercito dei siti cinesi affila le armi e conquista ben quattro posizioni. Quasi la metà del totale.
Una persona su sette, nel mondo, visita ogni mese uno dei siti di proprietà di Mountain View. Partito come motore di ricerca, Google ha consolidato la sua posizione (resta lo strumento di ricerca più usato al mondo), ma si è allargato anche ad altri campi. Che stanno dando notevoli soddisfazioni: dal servizio di posta elettronica Gmail al social Google+, passando per il portale di video YouTube che ha appena scalzato Facebook nella lista dei siti preferiti dai teenager.
Il social network di Mark Zuckerberg ha ammesso di stare perdendo i clic degli under 20 ma, con un miliardo e 200 milioni di iscritti, ha dalla sua un bacino di utenti che ha poco da invidiare a quello dei rivali. Ora però Facebook punta più sullo sfruttamento della base già acquisita, piuttosto che all’incremento della stessa. Soprattutto dal punto di vista commerciale: le ultime iniziative vanno dai messaggi a pagamento ai non-amici allo sviluppo del motore di ricerca semantico interno.
Tra Big G e Fb spunta poi Microsoft. Pure a Redmond si investe parecchio sul web, soprattutto sul lato social della Rete: attraverso il motore di ricerca Bing il colosso ha avviato partnership con Twitter, Facebook, LinkedIn, Quora e Foursquare.
Tagliando fuori Google. Yahoo, con i suoi 725 milioni di utenti unici mensili, arriva quarta. Il gap con Facebook non è così ampio (72 milioni di visitatori), visto nel complesso, e Marissa Mayer non demorde. Durante il suo primo anno alla guida di Sunnyvale, l’amministratore delegato di Yahoo è riuscita ad aumentare l’uso dei servizi della piattaforma da parte degli internauti. Le ricerche, per esempio, hanno segnato un +5% e i clic sulle inserzioni un +21%. Inoltre, anche se non sale sul podio, Yahoo può consolarsi con i successi della cinese Alibaba, anch’essa presente nella classifica, della quale possiede il 24 per cento delle azioni.
La top 5 si chiude con Wikimedia Foundation: i siti legati all’organizzazione no profit hanno totalizzato 492 milioni di utenti unici. La punta di diamante è l’enciclopedia Wikipedia (da anni fra i siti più visitati al mondo), ma i siti gestiti dall’ente sono diversi e vanno dalla raccolta di citazioni Wikiquote alla guida turistica Wikivoyage. E poi c’è Amazon, ultima azienda americana in lista con i suoi 404 milioni di visitatori: a 18 anni dal lancio, non è più una semplice libreria online e in Rete offre molti servizi, dagli archivi del cinema sul web (Imdb, The Internet Movie Database) alla nuova piattaforma di cloud Aws.
Se i primi posti sono occupati dai big americani, la seconda parte della classifica è dominata dai colossi in arrivo dall’Asia. Baidu, il Google cinese, si piazza al settimo posto con 358 milioni di utenti unici mensili. Il principale motore di ricerca della Cina (leader, in patria, con il 71% del mercato nazionale, contro il 4% di Google) conta anche su un’enciclopedia online in stile Wikipedia, forum di discussione, servizi per la ricerca di file multimediali. Il suo limite? Esiste soltanto in cinese (e, in parte, in giapponese).
Segue, con soli 17 milioni di distacco, Tencent. La società di Shenzhen è nota per la piattaforma di instant messenger QQ e il servizio di messaggistica su mobile WeChat, ma su Internet offre molti altri servizi che vanno dai portali all’ecommerce, dai social alla posta elettronica. Chiudono la classifica a pari merito, con 318 milioni di utenti mensili, Alibaba e Sohu.com. La piattaforma cinese di ecommerce Alibaba è in corsa per diventare leader mondiale del retail (secondo le previsioni, entro il 2016 toglierà lo scettro a WalMart) e sta pure valutando lo sbarco a Wall Street. Potrebbe essere una quotazione-monstre: gli analisti ipotizzano una Ipo (offerta pubblica d’acquisto) tra i 62 e i 100 miliardi di dollari (fra i 46 e i 74 miliardi di euro circa). Mentre Sohu.com punta su tutt’altro: tra i suoi gioielli c’è sì un motore di ricerca, ma non mancano piattaforme per i giochi online e altri servizi.
Fonte: CorrierEconomia