CARTv: il governo vuole annientare le tv locali

Con un durissimo comunicato diffuso ieri dal Coordinamento Associazioni Radio Tv, i sindacati che rappresentano il comparto delle emitenti locali, denunciano i soprusi e contestano le decisioni del governo sull’esproprio alle sole tv regionali delle frequenze tv (i canali 61-69 UHF) da destinare all’asta LTE per la banda larga mobile.

Le tv locali festeggiano “a lutto” il 35° anniversario della sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale che le liberalizzava: il Governo si prepara a chiuderle!

Il 15 giugno, si sono svolte presso l’Agcom le ultime audizioni affinchè possa essere definito ed emanato il nuovo regolamento relativo alla radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale. Il 14 giugno, il Ministro dello Sviluppo Economico On. Paolo Romani ha riunito il Comitato dei Ministri, costituito ai sensi del DPCM 10 giugno 2011, per l’assegnazione agli operatori telefonici dei diritti d’uso relativi alle frequenze occupate legittimamente dalle tv locali. Il Comitato ha esaminato i principi cui dovrà attenersi la procedura di gara e le relative tempistiche, definendo le basi d’asta. In particolare, il bando sarà pubblicato il prossimo 25 giugno, con la previsione di concludere le procedure entro il 30 settembre 2011.

Lo scorso 25 maggio, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34. La legge è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 122 del 27 maggio 2011 assumendo il numero 75/2011. Tale norma, contiene tra l’altro, all’art. 4, le inaccettabili disposizioni relative ai nuovi criteri per la transizione al digitale per le tv locali.

Questo iter amministrativo, iniziato con gli articoli da 8 a 13 della legge n. 220/10 – legge di stabilità 2011 , porterà a breve alla vendita forzata delle frequenze da UHF 61 a UHF 69 legittimamente occupate dalle tv locali. Dal ricavo della vendita all’asta (circa 2,4 miliardi di euro) alle telcom per la banda larga in movimento, solo il 10% sarà corrisposto quale indennizzo alle tv locali.

Tutto ciò è contro la carta costituzionale che garantisce la libertà d’impresa e costituisce il primo caso in Europa di esproprio a danno di soggetti privati ( le tv locali ), per fornire ad altri privati ( le telcom ) quanto espropriato.

Il CARTv e le tv locali ricorreranno in tutte le competenti sedi contro queste normative che  di fatto, determineranno la chiusura di almeno 200 tv locali , lasciando senza lavoro migliaia di collaboratori e di aziende dell’indotto. Il CARTv indice a riguardo una conferenza stampa, martedì 28 giugno alle ore 15 in Roma presso l’Hotel Nazionale, P.zza Montecitorio 131.

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