«Finchè in Rai ci saranno Ballarò e Annozero non pagherò più il canone». In questo modo ieri il Premium Berlusconi, in occasione dei botti finali alla vigilia delle elezioni amministrative a Napoli e a Latina, ha sciorinato gran parte del suo repertorio contro la tv pubblica “di sinistra”. «Ho visto i programmi questa settimana – ha declamato dal pulpito il Cav – ed è uno scandalo: in nessun paese la tv pubblica può arrivare a questo grado di faziosità». Poi ha precisato: «io il canone non l’ho mai pagato perchè ho fior fior di ragionieri che pensano alla bisogna visto che sono il primo contribuente italiano».
Forse è anche per questo motivo che la Rai ha un gigantesco buco da 320 milioni di euro all’anno. E forse il mancato pagamento del Cav, titolare di un impero mediatico ed economico, ha contribuito in modo sostanzioso a far crescere l‘enorme evasione del canone speciale (evaso per il 90% dei casi per una somma complessiva di 800-900 milioni di euro l’anno) riservato ai partiti, alle aziende, alle associazioni, agli alberghi, ai locali pubblici e alle banche. L’evasione totale è al 28%, ma quello ordinario delle famiglie ammonta a solo (si fa per dire) 500 milioni ogni anno.
Intanto il suo fedele ministro dello sviluppo economico (che alcuni apostrofano “di Mediaset”), Paolo Romani, in questi stessi giorni ha deciso di non attuare la norma che avrebbe dovuto inserire l’abbonamento Rai all’interno della bolletta dell’Enel. Dopo la tribolata firma del contratto di servizio tra Rai e Ministero, Romani ha riposto nel cassetto il possibile decreto legge che avrebbe potuto risollevare le sorti della Rai. Ma una tv pubblica in perenne difficoltà economica fa un gran comodo alla politica e allo stesso premier evasore. E avvantaggerà ancor più in termini di pubblicità e di ascolti l’altra sponda del mercato tv italiano.
Fonti: Il Tempo | Il Fatto Quotidiano
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