E’ stato pubblicato ieri sera sulla Gazzetta Ufficiale, dopo uno slittamento di due giorni, il bando di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso relativi alle frequenze in banda 800, 1800, 2000, 2600 per la banda larga mobile. L’asta potrebbe quindi contribuire, tra circa un anno e mezzo, a dare il via alla diffusione della tecnologia LTE (Long Term Evolution), evoluzione degli attuali standard di telefonia mobile per il trasporto di dati e quindi anche di Internet. Le comunicazioni LTE dovrebbero avvenire sulle frequenze 800 MHz, liberate col passaggio al digitale terrestre dalle televisioni, così come sui 2,6 GHz cedute dal Ministero delle Difesa.
A quanto si legge dal Bando di gara, le domande di partecipazione dovranno essere presentate dalle compagnie telefoniche entro i prossimi trenta giorni. Le aziende che saranno ammesse alla gara avranno ulteriori 30 giorni di tempo per presentare le offerte economiche. Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre avrà luogo la seduta pubblica per l’apertura delle offerte e, a seguire, lo svolgimento dell’asta. Se le frequenze dovessero essere tutte vendute alla base d’asta, l’incasso per lo Stato sarà pari a 3,1 miliardi di euro e il ricavato non potrà comunque essere inferiore a 2,4 miliardi (secondo quanto indicato dalla Legge di Stabilità 2011). Le frequenze saranno assegnate agli operatori a settembre e potranno essere impiegate da gennaio 2013.
Per ogni tipologia di lotto (6 per la banda 800 MHz Fdd; 3 per la banda 1.800 MHz Fdd, uno per la banda 2000 MHz Tdd, 12 per la banda 2600 Mhz Fdd, e due per la banda 2600 MHz Tdd) – precisa il bando – si procede alla formulazione della graduatoria delle offerte valide, e al rinvio a una fase di miglioramenti competitivi. “L’aggiudicazione dei blocchi – si legge ancora nel bando – può avvenire anche in presenza di un unico offerente”. I diritti d’uso delle frequenze in asta hanno durata fino al 31 dicembre del 2029, sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza previa autorizzazione da parte del ministero dello Sviluppo, si legge ancora nel bando di gara, che elenca anche una serie di procedure per la partecipazione, e precisa quali sono i soggetti che possono o non possono partecipare alla gara.
I tempi stringono, ma i problemi con le tv locali permangono, anche se il meccanismo messo a punto dal Ministero per l’esproprio delle frequenze televisive prevede che le emittenti regionali possano usufruire degli indennizzi (il 10% dei ricavi dell’asta) oppure spostarsi sui multiplex delle tv che avranno ottenuto lo status di operatore di rete. Per contrastare i ricorsi annunciati dalle associazioni delle tv locali poi l’esecutivo prepara un’arma in più. Il governo infatti intende far rientrare nelle competenza esclusiva del TAR del Lazio tutte le controversie sulla gara e sulle procedure di liberazione coatta delle frequenze, impedendo eventuali ricorsi da pare delle emittenti regionali in altre sedi, e soprattutto, in ragione dell‘interesse nazionale dell’ assegnazione delle frequenze, l’eventuale annullamento degli espropri dovrà limitarsi a un risarcimento del danno (come tra l’altro ha previsto il decreto Omnibus) senza alcuna reintegrazione prevista. Così facendo ogni ricorso vinto delle tv locali presso il TAR del Lazio non potrà restituire le frequenze alle emittenti.
Sul sito del MSE sono stati appena pubblicati i testi del bando di gara e della disciplinare di gara.
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