Apple è in trattative con Comcast, il più grande operatore via cavo statunitense, per un servizio di streaming sulla sua Apple tv: il servizio sarebbe tramite il set-top box di Cupertino e consentirebbe ad Apple un trattamento da Comcast con il quale superare la congestione del web.
Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l’obiettivo di Apple è consentire ai clienti lo streaming live, la programmazione on demand in televisione e la possibilità di vedere video digitali parcheggiati nel cloud. Ma non basta: Cupertino punta anche sullo streaming musicale, un settore presidiato da Spotify dove la concorrenza è così agguerrita che anche un big può fallire.
La partnership tra Comcast, una delle principali industrie mediatiche del mondo che fornisce anche soluzioni sul web e la connettività, e Apple punta a sbragliare la concorrenza di Google Chromecast (la chiavetta HDMI che trasforma la televisione in smart tv appena atterrata in Italia), e quella di Amazon pronta al lancio del suo dispositivo tv connesso (il dongle Fire). Inoltre la santa alleanza per la tv convergente potrebbe migliorare molto la qualità dello streaming dei video sulla Apple tv, garantendo una connessione più stabile, ma i progetti dell’azienda fondata da Steve Jobs non finiscono qui.
Apple ha già lanciato un anno fa un servizio di streaming musicale grazie ad iTunes Radio, che crea stazioni basate su generi musicali. Ma starebbe pensando di portare l’app di iTunes su Android, il sistema operativo di Google, vista la crescita globale dei dispositivi che lo usano. In questo modo Cupertino punterebbe a fronteggiare il calo dei download a pagamento negli Stati Uniti in favore dello streaming, una tendenza che è registrata nei mercati di tutto il mondo, Italia compresa. Nel 2014 negli Usa, secondo i dati di Nielsen SoundScan, sono stati venduti il 13% in meno di album e l’11% in meno di brani singoli rispetto all’anno precedente. Sono in crescita invece i servizi di musica in streaming.
Per la Recording Industry Association of America (RIAA), nel 2013 piattaforme come Spotify e Pandora hanno generato 1,4 miliardi di dollari fra abbonamenti, pubblicità e ricavi da licenze (+39% sul 2012), i ricavi da download sono scesi del 3,2% a 2,9 miliardi. La International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) dipinge un quadro simile su scala globale: i ricavi da musica in streaming cresciuti del 51% e i download scesi del 2,1%.
Fonte: rainews.it | Ansa