Vigilanza Rai: Tivùsat gratis per chi non riceve il digitale terrestre

tivùsat

La Vigilanza Rai vuole fornire gratuitamente Tivùsat (con smart card, decoder e parabola satellitare) a tutti gli abbonati che hanno difficoltà a ricevere i canali pubblici attraverso il digitale terrestre per problemi di copertura del segnale tv.

Secondo un emendamento approvato ieri della Commissione di Vigilanza allo schema di concessione con lo Stato, con in testa il relato­re di maggioranza Vinicio Pe­luffo (Pd), la Rai dovrebbe fornire il decoder e le tessere Tivùsat per tutti i cittadini privi di segnale tv digitale terrestre con annesso acquisto di impianto satellitare. Una proposta a dir poco radicale e rivoluzionaria che spaventa la Rai e i suoi conti, e mette in luce il business mal celato del consorzio Tivù che continua a fornire a pagamento i decoder e le smart card (in bundle) della piattaforma tv “gratuita” alternativa al digitale terrestre.

La Commissione ha dato un parere che però è non vincolante sul decreto del governo che assegnerà alla Rai il servizio pubblico tv per i prossimi 10 anni. Il parere si allinea alle linee guida varate dal governo sulla concessione che stabiliscono che gli italiani hanno diritto ad avere «senza oneri aggiuntivi» la scheda di decrittazione, cioè la smart card di Tivùsat. Una smart card che dal lontano 2012, a causa di una diatriba puramente commerciale di diritti tv tra Sky Italia e Rai, è stata sempre venduta solo insieme ai decoder certificati Tivùsat (il cui costo supera quasi sempre i 100 euro). Da allora acquistare solo la tessera non è stato più possibile almeno in via ufficiale, e intanto si è sviluppato un mercato parallelo con persone e aziende che vendono schede Tivùsat a prezzi altissimi: fino a 56 euro e mezzo più spese di spedizione (scrive La Repubblica).

Nel suo decreto, il governo chiede a Viale Mazzini di raggiungere con i segnali tv il 100% della popolazione. La tv di Stato, malgrado abbia acceso oltre 2025 ripetitori lungo la sua rete (con il Mux 1) non è ancora riuscita in questa impresa con il digitale terrestre e forse non ci riuscirà mai. Con la tv via satellite invece si. Il parere della Commissione, come detto, non vincola il governo che potrebbe ignorare questa come ogni altra proposta di modifica del decreto. Ma se l’emendamento su decoder e parabole dovesse passare all’unanimità, Palazzo Chigi dovrebbe tenerne conto.

Se la proposta fosse approvata il conto per la Rai potrebbe divenire assai salato. Secondo gli ultimi dati le smart card attive di Tivùsat sarebbero quasi 3 milioni, corrispondenti a 2 milioni 373 mila famiglie italiane. E l’azienda tv di Stato sarebbe obbligata a coprire le spese per comprare e installare decoder e parabole per tutte queste famiglie che abitano nelle zone dove il segnale tv terrestre non arriva o arriva male (qui una mappa delle zone senza segnale tv). La tv di Stato è comunque obbligata almeno in parte al passaggio sul satellite per molti dei suoi canali. Entro il 2022 le frequenze ora occupate dalla tv digitale terrestre e dai canali pubblici dovranno essere liberate in favore delle tlc e delle nuove tecnologie mobile come il 5G.

Fonte: La Repubblica

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