Lo Switch-off della regione dell’Umbria è alle porte (qui il calendario completo del passaggio). Il Corecom ha dato il via alla propria campagna di comunicazione, e anche il Ministero dello sviluppo ha fatto partire il proprio tour informativo (a dire il vero non molto informativo) “Nando il telecomando“. Ma come è già accaduto per la Toscana, le emittenti locali umbre non hanno ancora nessuna disposizione su dove e come potranno trasmettere sul digitale terrestre. Il Ministero dello sviluppo economico infatti, in fase di smatellamento per la caduta di Berlusconi, non ancora assegnato i canali attraverso le graduatorie Corecom, che sanciranno quale delle tv locali umbre diverrà operatore di rete, e manterrà la gestione della propria frequenza, e quale emittente sarà obbligata a lasciare il proprio mux per divenire solo fornitore di contenuti. A nulla solo valse le proteste della Regione Umbria e di altre istituzioni.
Dalle file parlamentari del Partito Democratico arriva pure un’interrogazione per sollecitare i clamorosi ritardi del governo uscente che pare sia impegnato sino all’ultimo per danneggiare gravemente il comparto delle tv locali. «È più che giustificato l’ennesimo allarme lanciato dalla Presidente Catiuscia Marini e dall’assessore regionale Stefano Vinti in merito alla mancata assegnazione in Umbria delle frequenze per il digitale. – afferma ieri nel suo blog l’onorevole Carlo Emanuele Trappolino del PD – A due giorni dallo “switch-off” che segnerà l’inizio del definitivo passaggio dall’analogico al digitale, le diverse emittenti televisive dell’Umbria ancora non dispongono né di frequenze né di certezze.Purtroppo si tratta di una situazione che si protrae da diverso tempo. Proprio per questo motivo, sabato scorso ho presentato, assieme agli altri parlamentari umbri, un’interrogazione rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico in merito a questo intollerabile ritardo sia per sollecitare l’assegnazione delle frequenze sia per sapere come si intendano mitigare i problemi che le emittenti televisive umbre si troveranno ad affrontare in conseguenza di tale ritardo. Rovesciare sulle emittenti televisive umbre le conseguenze delle incertezze causate dal solo Ministero non è per nulla giustificabile».