«La Rai dovrà passare al nuovo standard del digitale terrestre DVB-T2 con uno dei suoi Multiplex nazionali entro il 10 gennaio 2024. Sarà predisposta una road map dal ministero delle Imprese e del Made in Italy per il passaggio completo di tutti i canali», ha dichiarato il ministro Urso in commissione di Vigilanza.
In occasione dell’audizione in Commissione di Vigilanza Rai di ieri, il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che «la Rai in questo caso svolgerà un ruolo di acceleratore di innovazione, con indubbi effetti benefici su tutto il settore, a cominciare da quello delle TV locali, anch’esso patrimonio storico e culturale del nostro territorio».
Il ministro ha spiegato che «il passaggio al DVB-T2 del digitale terrestre è previsto dallo schema di contratto di servizio fra il Mimit e la TV pubblica per il periodo 2023-2028, attualmente sottoposto a parere del Parlamento. La richiesta è contenuta nell’articolo 15 della bozza ed è il primo atto concreto da tutti i broadcaster per il pericolo di lasciare senza segnale le famiglie che non sono dotate di TV o decoder in grado di ricevere la nuova tecnologia».
La nuova road map della transizione sembra percorrere la strada del passaggio soft, con un primo step che coinvolgerà a inizio gennaio 2024 un Mux della Rai, per garantire la copertura del segnale dei principali canali del servizio pubblico sui dispositivi più vecchi, e contemporaneamente per dare tempo all’utenza di adeguarsi alla nuova tecnologia.
«Gli obiettivi che ci siamo posti nel processo di aggiornamento del contratto di servizio sono stati quindi indirizzati non solo a recepire le inevitabili novità registrate dal settore negli ultimi cinque anni, quanto a dare anche una nuova centralità della Rai nel sistema media audiovisivo nazionale».
Urso ha parlato poi del processo di trasformazione dell’emittente pubblica da broadcaster a digital media company: «Viviamo ormai in piena transizione digitale ed è evidente come il contratto di servizio Rai non possa rimanere impermeabile a simili trasformazioni. Questo processo di transizione dovrà tradursi in un accesso facile e universale all’offerta del servizio pubblico grazie ad un approccio multipiattaforma».
Il ministro ha anche approfondito la questione del finanziamento della Rai: «è in corso una riflessione con il ministro Giorgetti su come modificare le modalità del canone. Il ragionamento si basa su alcuni principi ben chiari: quello di garantire la sostenibilità economica del contratto di servizio, e quindi del piano industriale della Rai, e quello di garantire al servizio pubblico delle entrate certe, come accade anche negli altri Paesi europei con cui dobbiamo confrontarci».
Il ministro Urso ha anche affermato che esiste la possibilità di ingresso di altri soggetti in Rai Way, la società delle torri di trasmissione (il 65% è detenuta dalla Rai), «purché resti fermo il controllo pubblico sulla rete, come nelle telecomunicazioni».
Fonte: ItaliaOggi