Social Tv, Fred Graver (Twitter): più tweet significano più pubblicità

«Più gli utenti si appassionano ad un programma e twittano, più gli inserzionisti sono spinti ad utilizzare la nostra piattaforma». Lo afferma Fred Graver, responsabile dell’area di sviluppo Tv di Twitter, intervistato dal CorrierEconomia.

Il «circolo virtuoso» che unisce Twitter al mondo della televisione potrebbe anche rivelarsi l’asso nella manica per lo sviluppo della società che attualmente non brilla nei ricavi. «Quando è nato, Twitter non era stato pensato per essere il secondo schermo da affiancare ad altri. Ma da un paio d’anni anche le reti televisive hanno iniziato a cavalcare questo fenomeno ed ora è ormai uno dei modi con i quali interagiscono con il pubblico. Questo consente anche di avere a disposizione nuovi spazi per gli inserzionisti».

I bilanci più recenti confermano che la strada è quella giusta: le entrate in arrivo dall’advertising mobile infatti crescono sempre di più e nell’ultima trimestrale arrivano a rappresentare l’85% dei 320 milioni di raccolta pubblicitaria totale. Nonostante gli ultimi dati, relativi al periodo compreso tra giugno e settembre, registrino ricavi in crescita fino a 361 milioni di dollari (contro i 168,6 milioni di dollari dello stesso periodo del 2013), anche le perdite sono aumentate fino a 175,5 milioni di dollari (l’anno scorso erano arrivate a 64,4 milioni).

L’obiettivo del ceo Dick Costolo resta quello di portare la società in attivo entro in 2015. Visti i numeri, sarà difficile: per ora Twitter non è ancora riuscita a chiudere un bilancio in attivo. Ma Graver conferma che l’intenzione è proprio di arrivare al pareggio di bilancio entro una manciata di trimestrali e spiega di essere al lavoro per mettere in piedi nuovi strumenti che possano coinvolgere sia utenti che aziende nel mondo della tv attraverso il social.

Negli Usa ogni mese si registrano oltre 90 milioni di tweet relativi ai programmi tv secondo i dati raccolti dalla società di analisi Nielsen. Gli utenti che twittano contenuti relativi alla tv, inoltre, scrivono di brand tre volte di più rispetto a chi invece twitta altri argomenti: un dettaglio che la dice lunga sull’importanza, per le aziende, di puntare sul binomio Twittertelevisione. I programmi sui quali gli utenti del social preferiscono dire la loro sono diversi: «Si va dalle premiazioni ai concorsi, dai reality alle competizioni. Ma ci sono pure le serie tv», spiega Graver. Vale per il pubblico statunitense come per quello italiano.

Lo confermano i dati raccolti da Nielsen, che ha appena inaugurato i Twitter Tv Ratings, strumento per misurare l’attività sul social relativa ai programmi tv. L’ultima top 5 pubblicata, quella relativa alla settimana dal 20 al 26 ottobre, vede al primo posto il talent show «X Factor», al secondo il reality «Pechino Express», al terzo il talk show «Servizio pubblico», poi «Le iene show» e «Che tempo che fa». Quando gli spettatori impugnano smartphone o tablet non è tanto per dire la loro su ciò che stanno guardando in tv.

Secondo Graver se Twitter e tv vanno a braccetto è piuttosto perché «agli spettatori piace il fatto di poter in qualche modo influenzare il programma». Per questo al social spingono per aumentare il coinvolgimento degli utenti. L’obiettivo? Cambiare il rapporto con i media e, perché no, anche i media stessi. «Quando sono entrato in Twitter – conclude Graver – in molti si chiedevano se bisognasse definirla una media company o una technology company. Più ci lavoro, più mi rendo conto che la risposta è ancora diversa: siamo una società tecnologica che sta cambiando i media».

Fonte: CorrierEconomia

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Redazione
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