Secondo indiscrezioni raccolte dal Corriere delle Comunicazioni, le nomine dei quattro commissari e del nuovo presidente dell’Agcom sono fissate per il 22 maggio. E’ possibile, anche se sembra una previsione un pò ottimistica.
Le nuove norme sulla composizione e sulle modalità di nomina dei commissari sono contenute nel Dl “Salva Italia”, che deve ancora passare in seconda lettura alla Camera. La data ultima è il 23 maggio. Le candidature per presidenza e consiglio, inoltre, sono ancora in alto mare e il totonomine è uno stillicidio quotidiano. Insomma, il rischio di uno slittamento delle nomine esiste, tanto più che l’Authority in scadenza a metà maggio attende la pronuncia del Consiglio di Stato sulla richiesta di proroga. Un’eventualità che non sembra poi così remota, visto il precedente parere favorevole nel 2010 alla richiesta di proroga del consiglio uscente dell’Aeeg, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
Quel che è certo è che il criterio di elezione dei commissari della nuova Authority cambierà scongiurando il rischio di “nomine monocolore“. La modifica è contenuta in un emendamento presentato dal senatore Luigi Zanda del Pd: «Il decreto è stato votato in Senato tre giorni fa – dice il senatore – in una settimana o al massimo dieci giorni sarà votato alla Camera, quindi è possibile che venga votato anche prima del 22 maggio e in ogni caso non più tardi del 23. Non prevedo che ci saranno modifiche al testo del Dl alla Camera». Nel dettaglio, il Dl “Salva Italia” contiene la proposta del Governo di ridurre il numero dei componenti dell’Authority da otto a quattro, nonché l’emendamento del senatore Zanda, che modifica il sistema di elezione dei commissari, in modo tale che ciascun senatore e ciascun deputato esprimano il voto indicando un nominativo per il consiglio (e non più per ciascuna delle due commissioni, come avveniva in passato).
La legge del 1997 prevedeva che Senato e Camera eleggessero quattro commissari ciascuno, nominati con decreto del Presidente della Repubblica. Ciascun senatore e deputato esprimeva il voto indicando due nominativi, uno per ciascuna commissione. Un sistema che però, con il dimezzamento dei commissari, sulla carta avrebbe favorito un accordo nella maggioranza che con quelle regole applicate al dimezzamento dei commissari avrebbe potuto fare l’en plein, accaparrandosi l’intera posta (quattro nomine) e monopolizzando entrambe le commissioni. L’emendamento Zanda, presentato per evitare il rischio di “monocolore” in una delle due commissioni della nuova Agcom – una è la commissione infrastrutture e reti, l’altra è quella servizi e prodotti – è giudicato “blindato” dal Pd, che come ribadito da Zanda, non teme modifiche in sede di votazione.
Nel contempo, i deputati democratici Michele Meta, capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, e Mario Lovelli, in una nota congiunta, «Condividiamo i criteri indicati dal Ministro Passera, secondo il quale occorre introdurre misure di trasparenza e meritocrazia per la nomina dei membri dell’Agcom, della costituenda Authority dei Trasporti e delle altre autorità in scadenza. Riteniamo, però, che la scelta dei prossimi membri di Authority così importanti per la regolazione e la vigilanza di settori delicati come i trasporti e le telecomunicazioni, non possa prescindere da un confronto pubblico e trasparente con il Parlamento. Chiediamo quindi al Governo, e lo faremo formalmente con una risoluzione che depositeremo come Pd nelle prossime ore, di aprire un confronto con le Camere che preveda la presentazione dei curricula dei candidati alle Autorità di regolazione e controllo, specifiche audizioni per delineare la competenza e l’autonomia di ciascun candidato, al fine di effettuare una scelta propedeutica per la crescita dell’economia del Paese e per garantire la tutela dei diritti del consumatore». E ancora, «Chiederemo inoltre al Governo di favorire la scelta di personalità molto competenti in tutti i settori di intervento delle medesime Autorità, e non soltanto in campo giuridico-amministrativo, garantendone l’effettiva indipendenza con rigorose incompatibilità sia in relazione alla politica ma anche alle grandi forze economiche del settore evitando, quindi, situazioni di conflitto di interesse», concludono i due esponenti del Pd.
Una proposta accolta dal senatore Zanda, secondo cui «se le nomine devono essere fatte con trasparenza ci vogliono delle procedure chiare». «In altri paesi le nomine delle Authority avvengono con la presentazione dei curricula da parte dei candidati, che passano al vaglio delle commissioni parlamentari competenti – dice Lovelli – Nel caso dell’Agcom, tocca al Governo proporre il candidato alla presidenza, sulla quale la commissione finisce per dare un parere del tutto formale, anche perché le nomine dei commissari vengono decise in Aula. Sarebbe il caso di introdurre una nuova modalità, secondo cui il parere della commissione abbia un peso maggiore e tenga in maggior conto il profilo dei candidati. In particolare, per quanto riguarda la nuova Authority dei Trasporti, per evitare il rischio di logiche spartitorie». (corrierecomunicazioni.it)