In via ufficiosa, ma da fonti sicure provenienti dai corridoi degli uffici romani dell’Autorità Garante per le comunicazioni, arriva la notizia più attesa dalle emittenti locali, e pare sia una vera e propria batosta. L’Agcom infatti pare abbia deciso di escludere definitivamente le tv private locali dai primi canali del telecomando del digitale terrestre.
Nonostante la mobilitazione nelle settimane scorse delle regioni, delle associazioni delle tv locali (FRT, CRTL che ora minacciano ricorsi al TAR del Lazio) e dei sindacati che protestano per tutelare la sopravvivienza delle emittenti locali, l’Agcom non ha minimamente mutato il regolamento che definisce l‘ordinamento della numerazione automatica dei canali del dtt, rimanendo ferma sulle disposizioni dettate ad aprile scorso. Perciò come già stabilito mesi fa i primi nove canali del telecomando del digitale terrestre (quelli più facilmente individuabili e accessibili al pubblico) andranno alle tv nazionali (pubbliche e private). Le tv locali e regionali invece saranno posizionate nella fascia compresa tra il numero 10 e il numero 20, ma solo quelle emittenti reputate dai Corecom regionali come risorsa di valore e più radicate nel territorio. Le altre stazioni locali, meno meritevoli, infine verranno tragicamente spostate dal canale 71 in poi.
Ora si fa ancora più intricata la questione dell’emittente sarda Videolina, che il 22 giugno scorso ha ottenuto dal Giudice ordinario del Tribunale di Cagliari il diritto a trasmettere sul numero 9 del telecomando. La sentenza del tribunale costringerebbe Rete A (il multiplex del gruppo Espresso), in particolare col canale Deejay Tv, a non trasmettere più con questa numerazione, ma andrebbe incontro alla violazione delle disposizioni dell’Autorità Garante per le comunicazioni.
Mauro Pili (Pdl): «L’Autorità delle comunicazioni ha commesso un atto illiberale, antidemocratico, che viola la libertà dell’informazione e cancella insieme alle tv regionali anche le identità autonomistiche del nostro Paese. La decisione dell’Agcom, anche se ancora non ratificata con le firme in calce dei commissari, rappresenta un vero e proprio schiaffo al federalismo e alle autonomie regionali e mette in ginocchio l’emittenza televisiva locale, già duramente colpita dal caos del digitale terrestre». Il deputato di Iglesias sottolinea che «l’atteggiamento tenuto dall’Autorità delle comunicazioni è gravissimo, perché ha evitato il confronto parlamentare chiesto da un centinaio di deputati su questo tema».
(AGI) – Cagliari, 10 lug. – “Se dovessero dimostrarsi fondate le notizie secondo le quali l’Agcom non avrebbe recepito l’appello lanciato dalle Regioni per assicurare alle emittenti televisive locali la possibilita’ di collocare le stesse entro le prime 9 posizioni del telecomando, sarebbe un fatto assai grave, oltreche’ inspiegabile”. Lo dichiara il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (che ricordo è indagato per abuso d’ufficio e concorso in corruzione per gli appalti dell’eolico in Sardegna). “Sarebbe grave perche’ lascerebbe intuire che l’Agcom non ha inteso tenere nella minima considerazione l’appello lanciato dalla maggior parte delle regioni italiane, che chiedevano semplicemente che l’Autorita’ riconoscesse e non mortificasse il ruolo recitato dalle emittenti televisive locali, nel rispetto di quel bene straordinario che e’ il pluralismo dell’informazione e, in secondo luogo ma non questo meno importante, rischierebbe di assestare un duro colpo a numerosissime imprese editoriali”.
“Ero convinto che le Regioni italiane avrebbero trovato nell’Agcom il piu’ valido alleato nella strenua difesa del diritto dei telespettatori di scegliere liberamente quali canali televisivi seguire e a quali numeri del telecomando assegnare le diverse reti”, aggiunge Cappellacci. “Cio’ vale ancor di piu’ per una regione come la Sardegna, in cui le emittenti locali danno visibilita’ alla cultura, all’identita’, alle tradizioni come la nostra”. (AGI) Com
Bada che quei personaggi di cui sopra stanno solo difendendo l’amico Zuncheddu
(il cui nome
è spuntato anche di recente
Ciao Luigi,
Non ho inserito alcun commento nell’articolo. Ho riferito solo i fatti e i commenti esterni.
Per quanto concerne una considerazione personale, certamente non difendo o sostengo le posizioni politche di Pili e Cappellacci. I due politicanti sardi al servizio del “Premium”, noti per aver devastato in ogni senso la mia isola, si appellano in modo strumentale ai diritti fondamentali sulla libertà d’informazione e ai valori nobili di un società democratica (tra l’altro contraddicendo lo stesso “Premium” dopo le note dichiarazioni sulla stampa), per difendere gli interessi degli organi di stampa e dei media vicini alla loro sponda politica.
Sicuramente le note vicende giudiziarie dell’attuale governatore (che sarebbe meglio definire ancora presidente della regione) e il curioso curriculum politico dell’ex-governatore (noto per il programma copiato) definiscono due personaggi dai quali non prendere esempio neanche sotto tortura.
Ciononostante, le dichiarazioni rilasciate in merito a Videolina da Cip&Ciop del Pdl possono comunque rappresentare le posizioni di altre parti della società, coinvolte direttamente o indirettamente, che si oppongo con forza ai monopoli mediatici e culturali del sistema televisivo italiano, e che tengono realmente alla sopravvivenza delle tv locali, che nella maggior parte dei casi garantiscono sempre un vero pluralismo d’informazione e diffondo la cultura, le tradizioni e l’identità della propria terra.
Tv: Agcom riordina telecomando, da 1 a 9 emittenti nazionali
ROMA (MF-DJ)–L’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni ha fatto ordine sul telecomando, dando il via al nuovo ordinamento nazionale dei canali (Lcn) dopo il passaggio dalla tv analogica a quella digitale.
Secondo quanto si apprende, nonostante le vibranti proteste degli ultimi mesi da parte delle emittenti locali, che chiedevano venisse riservato loro il canale 9, l’Agcom ha deciso che le posizioni sul telecomando dal numero 1 al numero 9 saranno riservate alle tv nazionali. Dal numero 10 al numero 19 finiranno le tv locali, mentre dal 20 in poi i canali tematici.
La votazione del Consiglio non e’ stata unanime, ma ha visto l’astensione di Gianluigi Magri e il voto contrario di Enzo Savarese. ren [email protected]