Il futuro blocco della condivisione degli account di Netflix è noto dallo scorso ottobre. Il colosso dello streaming nei primi mesi del 2023 è pronto a fermare il fenomeno del password sharing. Tre ipotesi allo studio.
La condivisione degli account Netflix fuori dal nucleo familiare, che consente agli utenti di utilizzare le stesse credenziali su più dispositivi diversi e contemporaneamente, così da dividere le spese dell’abbonamento con altre persone, ha quindi una data di scadenza. Solo in Italia, secondo Statistica, il fenomeno coinvolge il 33% degli abbonati, cioè 3 milioni di utenti su 9 milioni totali.
Secondo il Wall Street Journal nei primi mesi del 2023 gli abbonati USA di Netflix saranno i primi al mondo ad avere delle limitazioni per la condivisione della password, che sarà possibile utilizzare solo ed esclusivamente nella stessa rete domestica. La nuova policy poi sarà estesa ai mercati europei, sudamericani e asiatici.
Non è ancora chiaro quale metodo userà Netflix per applicare questa nuova restrizione. Un’ipotesi è quella dell’invio di un codice di identificazione sullo smartphone dell’abbonato per accedere al servizio con 15 minuti di tempo per confermare. Un’altra ipotesi, avvalorata da alcuni test condotti dalla piattaforma in streaming negli Stati Uniti, apre alla soluzione di un extra-costo per l’utilizzo condiviso dell’account (circa 3 dollari al mese). Un’altra ancora, più restrittiva, sarebbe quella di limitare la condivisione dell’account a solo altre due persone.
Netflix voleva limitare il fenomeno del password sharing già nel 2019. Poi la pandemia ha rimandato tutto. La crisi del 2022 e la crescita della concorrenza ha convinto il colosso di Los Gatos ad avviare la stretta già nel 2023. L’azienda di Reed Hastings spera che bloccando questo fenomeno molto diffuso e tollerato fin dalla nascita del proprio business in streaming, si possa ottenere un generoso ritorno finanziario. Gli analisti di Cowen stimano che lo sforzo potrebbe generare 721 milioni di dollari il prossimo anno negli Stati Uniti e in Canada, dove ci sono circa 30 milioni di account condivisi. L’azienda californiana per tamponare la probabile emorragia di abbonati ha già lanciato a novembre scorso un piano di abbonamento più economico supportato dalla pubblicità dal costo di 5,49 euro al mese, che per ora non sta rendendo come previsto.
La svolta di Netflix (leader mondiale dello streaming con 220 mln di abbonati) inoltre potrebbe generare una rivoluzione delle condivisioni degli account a cascata su tutti gli altri OTT, tutti alle prese con i mancati guadagni dovuti al fenomeno delle password condivise.
Fonte: Il Sole 24 Ore